di Renato Piscini
L’azione dirimente non è la cancellazione bensì la scelta di fare a meno di un lascito o di come utilizzarlo o deviarlo dalla sua destinazione originaria. Prima o poi però la storia fa risalire alla luce tali atti e dove è stata la sua origine. La cancellazione fa parte della storia, in qualsiasi atto umano, ma le emozioni e le finalità originarie rimangono scritte e nella memoria. Ho potuto assistere a varie forme di cancellazione su diverse categorie di vita reale o di storia o di cultura e scientifiche, ma quelle legate a forma di solidarietà sociale se non di carità sono le più inaccettabili.
Purtroppo molte di queste interessano la città di Orvieto, vuoi per mala amministrazione, vuoi per sufficienza di valutazione, vuoi per malafede o mal cultura. Cominciamo col valutare che ci approcciamo sempre più ad un invecchiamento della popolazione locale e nazionale, tale fenomeno i nostri avi, specie per i più deboli, fu caro a famiglie e personalità, oltre che di cultura, diversamente benestanti facendo lasciti e indicando destinazioni di beni notevoli di loro proprietà o di iniziative e progetti a lungo effetto.
La contessa Piccolomini Maria Cristina poi Febei con testamento del 7 settembre 1891 e successivo codicillo 10 agosto 1904, nominò erede universale un ospizio di beneficienza per l’assistenza e mantenimento di persone povere e malate. Poi venne eletto Ente morale. La sua destinazione attuale, come da atti Regione 2006, è ancora tale ma la sua utilizzazione attuale, per grandezza economica e filantropia, non mi sembra rispecchiare la storia.
Vogliamo parlare del conservatorio delle Zitelle Sperse, sempre fondato , con lascito testamentario dal nobile Orazio Missini nel 28 marzo 1605, con destinazione prevista orfanatrofio femminile. Successivamente Gerolamo Pecorelli diede stabilità economica alla struttura poi affidato alla congregazione di Carità. Dal 1937 passò all’Ente comunale per assistenza locale. Oggi lo possiamo ammirare come esempio di speculazione edilizia id un certo rilievo.
Il lascito De Solis, riguardante Palazzo Nicosia in Roma, che ha avuto sempre come destinazione l ASL ai fini dei bisogni sempre della comunità anziana della città; dopo un contenzioso col Comune di Roma , ritornato alle disponibilità della USL non se ne sa la definitiva utilizzazione. Ancora Orfanatrofio Pianzolano di Orvieto, istituito per lascito del chirurgo Giovanni Battista Pianzola, quale opera pia e assistenza, ricovero ed educazione.
Il 29 ottobre 1868 venne concentrato nella Congregazione di carità di Orvieto, poi per mancanza di fondi fu trasferito all’orfanatrofio di Siena. Comunque era tra gli enti locali comunali. Tralasciamo altri enti, di pari destinazione e originari di lasciti, per soffermarci su il perchè tutto ciò è accaduto: per incuria ? per disattenzione amministrative?, per poca solidarietà? per incapacità?. Non ha importanza , ciò che preoccupa è la cancellazione di una storia di solidarietà e di iniziative che oggi aimè manca e nessuno ne fa debito supporto storico.
Venendo ai giorni nostri, considererei lascitoanche la Caserma Piave, lascito di tutto il popolo orvietano, di allora, che con enorme sacrificio, insieme all’Amministrazione, decise di costruirla per dare un’opportunità alla città. Purtroppo sono son 5 legislature che no si è trovata una degna destinazione di utilizzo, che chiamarla cancel culture mi sembra del tutto idoneo, nonchè mancanza di rispetto dei nostri stessi padri.
L’ex Ospedale in centro città avrà la stesa sorte! Si può raccontare ai cittadini il perchè delle cose, senza passare dalla storia oppure passando dalla storia, allora le cose possono passare come leggere una poesia oppure suscitare emozioni ma a volte anche recriminazione o pentimenti che ad oggi sembrano assenti in chi governa e tra la gente, peggio ancora la condivisione dello status quo.
Siamo al sonnifero della cultura o no si riesce a fare i conti con la realtà; per tutto ciò che ruota intorno al fare o amministrare non bastano personalità risonanti o semplici compartecipazioni di maniera, occorre il pensiero di affrontare le situazioni tagliando fuori la disumanità, il sonnambulismo fatto di contraddizioni e incoerenze con il passato. Tutti abbiamo l’obbligo di indicare una traiettoria praticabile e realistica nella gestione del nostro vivere ma soprattutto chi amministra.