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Home Eventi

Signorelli 10.2. “Ecco l’Anticristo”

Redazione by Redazione
25 Febbraio 2023
in Eventi, Archivio notizie
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Testi Mirabilia-Orvieto
Foto: Opera del Duomo
Voce narrante: Sophia Angelozzi

L’apocalisse di Orvieto, realizzata da Luca Signorelli nel 1500, fu senza dubbio uno dei più grandi capolavori del Rinascimento che ispirò lo stesso Michelangelo quando, alcuni anni dopo, dipinse il Giudizio Universale nella
Cappella Sistina.
Tutto ha inizio con la venuta dell’Anticristo, un mito antichissimo “che agisce ancora oggi nel profondo dell’immaginario collettivo”. Scaraventato dall’alto del cielo, a significare tutto il suo potere ottenuto sulla terra, il Dominatore delle genti viene ritratto da Signorelli mentre predica, seduce le folle e con le sue ricchezze s’impadronisce del mondo attraverso la maschera del bene. Chi gli darà ascolto disprezzerà tutto ciò che è spirituale, amando solo “le cose di quaggiù” e legando anima e corpo a tutto ciò che è transitorio ed effimero. A causa sua gli uomini tradiranno, ruberanno, mentiranno, corromperanno, uccideranno e faranno ogni sorta di male per ottenere il successo e imporsi l’uno sull’altro.
Ma sopra ogni cosa sarà l’arte della menzogna a distinguerlo: l’Anticristo è infatti il contrario di Cristo, l’estremo opposto della verità perché è la sua diabolica contraffazione. Egli farà l’esatto contrario di ciò che dice, perché le sue parole nascondono sempre con l’inganno quello che egli è realmente. Al tempo di Signorelli la mitica figura aveva perso ogni significato simbolico per diventare un personaggio storico, reale e dai tratti inquietanti. Era ancora vivo il ricordo del frate ribelle Girolamo Savonarola, poeta e uomo d’azione, il quale vide nel libro dell’Apocalisse il progetto divino per un nuovo ordine del mondo. Le cronache raccontano che in quel tempo, nella ricca e litigiosa Firenze, si assistette a una grande fioritura di intellettuali, artisti e uomini di Dio che attendevano un cambiamento radicale e universale della Chiesa, come della società.

Scena dell’Anticristo, Luca Signorelli

Nacque allora la vicenda del domenicano dal “fuoco vivo in carne dolorosa”che affascinava le folle con i suoi travolgenti sermoni. In una piccola chiesa fiorentina rivelò, per ispirazione divina, le ragioni per cui la chiesa “meretrice e ribalta” doveva essere rinnovata “nel capo e nelle membra”.
Con una predicazione fortemente apocalittica che rievocava quella del profeta Aggeo(520 a.C.), il Savonarola abbracciò l’ardua missione di una rinascita spirituale che sarebbe avvenuta solamente liberando il popolo dalla tirannia dei potenti. Le terribili profezie, che lasciarono sgomenti persino Pico della Mirandola e il giovane Michelangelo, annunciavano un mondo di uguaglianza e di giustizia che sarebbe culminato con la nascita di una grande Repubblica.
Ma le aspirazioni di Savonarola di una rivoluzione religiosa e politica suscitarono ben presto profondi dubbi. Quel frate, così colto e audace, non era forse l’Anticristo del libro dell’Apocalisse? Il principe degli ipocriti, così venne definito dal filosofo Marsilio Ficino, “era guidato da uno spirito più diabolico che umano, di cui si serviva per sedurre non solo con l’inganno ma anche con la violenza. L’astuzia di questo Anticristo nel simulare la virtù e
dissimulare il vizio con perfetta costanza era incomparabile…un orgoglio luciferino, il dono di sostenere ovunque le più impudenti menzogne… un volto, un tono, una parola spesso sfavillanti nel discorso capaci di imporre
convinzioni nate non tanto dalla persuasione ma dalla violenza”.
Ficino conclude affermando che astrologi e, addirittura, gli stessi seguaci di Platone avevano presagito, fin dai tempi più remoti, che l’ispirazione del falso profeta era il risultato di influssi astrali se non malefici. La corruzione e la mondanità denunciati da Savonarola sono gli stessi che Signorelli rappresenta nei suoi indimenticabili personaggi, simbolo del male di quel tempo ma anche di ogni tempo. È proprio lo spirito persuasivo dell’Anticristo che penetra negli uomini come un serpente, infondendo nei loro cuori e nella loro mente i peggiori vizi destinati a condurre l’anima alla perdizione.

Girolamo Savonarola

Qui il Signorelli lo insegna magistralmente attraverso il particolare dell’uomo che prende denaro dalla sua borsa mentre lo distribuisce a una donna compiacente, o con il giovane ricco e vanitoso che ostenta in pubblico il suo
appariscente abito, o con il robusto individuo ripreso di spalle che con le gambe aperte e mani sui fianchi indossa dei calzoni attillati, in stile francese, che evidenziano senza alcun pudore le forme maschili, segno di una vita
dissoluta e immorale. Non solo. Nel caos irrefrenabile di pulsioni e desideri suscitati dall’Anticristo, c’è anche il drappello di coloro che ingannati dalle parole e dai prodigi di un Anticristo mostrato da Signorelli con le sembianze di un carismatico capo religioso, abbracciano la falsa fede trasformata in devota superstizione. A opporsi al caos indecifrabile di quei giorni, come luce nelle tenebre, brilleranno invece le virtù esemplari di un resto dell’umanità, la nuova umanità, che non si lascerà sedurre dalla tentazione di quei giorni ma si
dedicherà instancabilmente alla conoscenza e alla vita evangelica “intendendo e amando senza fine” la verità e il bene. Sono queste le parole che, tra sdegno e passione, Savonarola rivolgeva ai suoi contemporanei: “Se la tua provvidenza, signore del mondo, non fosse veramente infinita, mi sentirei raggelato nel vedere il mondo sotto-sopra e ogni virtù e ogni buona azione ormai spente: non trovo un animo generoso, un animo virtuoso e nemmeno chi si vergogni dei propri vizi; c’è chi afferma che Tu non esisti e c’è chi dice che tu sogni”(la Rovina del mondo). I moniti aspri e taglienti del frate domenicano si scagliavano senza remore contro un mondo giunto ormai alla fine che attendeva solo di rinascere per ritrovare il senso originario voluto dal suo Creatore, dall’Essere da cui tutto deriva e tutto è destinato a tornare. In una spaventosa lotta tra luce e tenebre, bene e male, verità e menzogna, tutti gli uomini saranno chiamati a scegliere da che parte schierarsi. Se con l’Anticristo, perfido autore di un’umanità scellerata “che disprezza il cielo pensando sempre a far soccombere gli altri”, oppure con Cristo che alla fine dei tempi ritornerà glorioso sopra le nubi del cielo a giudicare i vivi e i morti. Saranno proprio le anime nobili e virtuose, quelle che non ottengono nulla con l’inganno e la violenza, a credere che anche l’Onnipotente sta attendendo quel giorno “perché forse è vicino, o re del cielo, e tu lo aspetti il giorno del giudizio finale”.

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