ll PD è nato per dare rappresentanza all’Italia del lavoro e per promuovere lo sviluppo economico, la coesione sociale e la sostenibilità ambientale. Un grande partito di centro-sinistra popolare, riformista e plurale. Con le sconfitte degli ultimi anni e del 25 settembre scorso si è chiuso un lungo ciclo, nel quale abbiamo quasi sempre perso e quasi sempre governato senza un mandato elettorale. Ci siamo fatti carico di responsabilità nazionali senza riuscire però a corrispondere alle aspettative di una parte crescente dei nostri elettori.
Oggi ci ritroviamo più deboli proprio nel momento in cui abbiamo il Governo più marcatamente di destra che l’Italia abbia conosciuto. Ridare forza al PD non è dunque un fatto che riguarda solo noi, ma la qualità stessa della democrazia. Basta allora con l’autoflagellazione, torniamo a svolgere il nostro compito. Serve un’opposizione forte e “governante”, che accanto ad ogni “no” sappia sempre indicare una controproposta migliore e che non si rifugi mai nella protesta e nella testimonianza. II PD deve tornare a fare il PD, fino in fondo. Con una nuova agenda politica e una nuova classe dirigente immediatamente in campo.
L’unica alleanza che siamo chiamati a costruire oggi è con i cittadini. Perché non ci sarà alcuna alternativa possibile e credibile di centrosinistra senza un PD più grande, più robusto e più inclusivi. E perché noi torneremo al governo del Paese solo col voto degli elettori. Vocazione maggioritaria non significa autosufficienza o isolamento. Significa viceversa rimettere il PD al centro di un’alternativa possibile. Significa abbandonare ogni residuo di subalternità: noi non deleghiamo ad altri la rappresentanza del centrosinistra. E le alleanze le costruiremo quando sarà il momento con chi vorrà starci, partendo dai programmi e da una condizione di forza.
Dall’opposizione presenteremo una nuova agenda politica con una nuova classe dirigente. Abbiamo bisogno di una forte innovazione, non di improvvisazione. Il PD dispone di molte donne e molti uomini capaci, a tutti i livelli: la gran parte opera nei territori, con responsabilità di guida del partito locale e delle amministrazioni comunali, provinciali e regionali. Persone che hanno mandato avanti i circoli anche nei momenti più difficili e che spesso hanno saputo vincere nelle competizioni locali anche quando il vento politico nazionale spirava in direzione opposta. Hanno vinto o recuperato consenso grazie ad una forte credibilità personale e di gruppo, con esperienze e proposte che hanno conquistato voti al PD locale mentre li perdevamo a livello nazionale. Per queste ragioni il nuovo gruppo dirigente attingerà a piene mani dal territorio: abbiamo un vivaio invidiabile, è ora di farlo scendere in partita perché ci sia una nuova leva di titolari. E il merito deve tornare ad essere il primo criterio di selezione della nostra classe dirigente.
E’ importante tornare a parlare dei temi che riguardano la vita reale del paese, dal sostegno ai rinnovi contrattuali per adeguare gli stipendi all’inflazione, al rafforzamento della lotta al caporalato, passando per una legge sul salario minimo e il rafforzamento dell’apprendistato. Crediamo sia molto importante l’unità del Pd e non rinunciare al ruolo di unire il centrosinistra per questo oggi è Bonaccini la persona che serve al partito. Bonaccini ha dimostrato passione, competenza e capacità di confronto e dialogo e al Pd occorre un segretario consapevole delle difficoltà, perché ricominci e rilanci proposte innovative.
Per questo rinnoviamo l’invito alla partecipazione alle primarie del 26 febbraio 2023. Possono votare presso i seggi sul territorio tutti i cittadini e le cittadine italiani. Per farlo devono essere in possesso di un documento che ne attesti l’identità e la residenza, in modo che sia chiara l’appartenenza al territorio di competenza del gazebo (consigliata la tessera elettorale per i comuni con più seggi). E’ necessaria una sottoscrizione minima di due euro
Comitato Bonaccini Orvieto