di Renato Piscini

Da uno stesso peso si ricavano due misure diverse a seconda della persona, della situazione o dello scopo per cui si misura. Due pesi e due misure venivano usati, per esempio, per alterare l’esito nelle bilance a due bracci. Atteggiamento che rientra a quello più generale della doppiezza incondizionatamente considerato come comportamento infido e ingannevole, cosi come si può considerare la doppia faccia o fare il doppio gioco o ancora il doppio senso. Insomma non esistono fatti, bensì interpretazioni e tutto questo porta valutazioni e giudizi di valore.

La disanima sopraesposta calza perfettamente con quello che accade in politica quando uno amministra e così le valutazioni o giudizi dei cittadini o di chi per loro. La verità sta tra la corrispondenza della mente e la realtà: se piove e io affermo che piove corrisponde a quello che dico e la realtà esterna, insomma la verità. Una prospettiva privilegiata, per chi deve vagliare, è quella di mettersi nella condizione di verificare una unica realtà e questo lo può fare chi è al di dentro delle cose. E chi sono costoro? Sono gli amministratori, qualora non siano i consiglieri a dirigere (Macchiavelli), le opposizioni, qualora non siano le ambizioni a guidarli.

I cittadini se ne fanno un’idea decifrando le varie informazioni qualora essi stessi non di parte.
È da tutto questo che la politica si è malversata entrando nel linguaggio politico, ma anche nei fatti reali. Ma il doppio produce anche false interpretazioni ed ora ne siamo sempre più consapevoli. Impariamo ad ampliare il nostro sguardo sulle cose, unico modo che abbiamo per imparare la realtà-verità ed è altresì la condizione necessaria per muoversi nel labirinto che ci circonda. A proposito di riscossa accettando e assecondando il cambiamento.