Le lettere scritte a mano non perdono il loro valore e il loro fascino, anche nell’era di internet, dei social e di app di messaggistica varia. È questo il messaggio che hanno lanciato forte e chiaro i bambini della Scuola Primaria “Erminia Frezzolini” di Sferracavallo di Orvieto.
Infatti 45 alunni delle classi 3A e 3B insieme alle loro insegnanti, si sono recati in visita all’ufficio postale di Sferracavallo perché, coinvolti in un progetto di corrispondenza con amici di penna di Castelferretti, erano curiosi di capire cosa succedesse alle loro letterine dopo che le avessero scritte e di come funzionasse il mondo della posta.
A rispondere alle loro domande Daniela Tiberi, direttrice dell’ufficio postale, e Cesare Catalini, responsabile di Gestione Operativa della provincia di Terni, che hanno permesso ai bambini di osservare ed imparare il “viaggio delle lettere”: dalla spedizione della corrispondenza, dall’accettazione, all’affrancatura, fino alla partenza del pacco. “Abbiamo aderito con piacere all’iniziativa promossa dalla scuola – sottolinea la direttrice Tiberi – perché queste sono occasioni preziose per consolidare già da subito nei bambini la consapevolezza dell’esistenza di un’attività di recapito e di un ufficio postale”.
AI bambini è stato spiegato come prendere il biglietto tramite il Gestore Attese e controllare poi che esca il numero sul display luminoso. Arrivato il proprio turno, si va allo sportello e si appone il francobollo sulla lettera che partirà prima per i centri di smistamento e poi sarà indirizzata ai loro amici marchigiani.
Tante le domande che i piccoli studenti hanno rivolto alla direttrice e a Catalini sul viaggio delle loro letterine, durante il quale si resi conto che il mondo delle Poste sta diventando sempre più digitale e che ormai quasi tutte le operazioni possono essere eseguite comodamente dallo smartphone. Un concetto che, per questioni anagrafiche di ‘natività digitale’, i bambini hanno colto in modo molto naturale, più di quanto riescano a fare i loro genitori e i loro nonni pensionati. Questa loro visita però sottolinea come la scrittura, con carta e penna, abbia ancora un valore forte che va coltivato fin da piccoli.