Da molti anni cittadini e amministrazioni del lago sognano una pista ciclabile circumlacuale, un desiderio evocato da Susanna Tamaro otto anni fa in un bell’articolo che metteva in luce i doni di arte e di natura presenti nella nostra zona. Adesso il sogno è diventato un progetto ammesso a finanziamento dal Ministero dell’Interno per 5 milioni di Euro con decreto del 19.10.2022 e per questo ringraziamo le amministrazioni e la Regione Lazio che l’hanno promosso con vigore, il governo e l’UE che lo stanno finanziando.
È in linea con gli indirizzi europei per quanto riguarda i concetti chiave: mobilità sostenibile e lenta, networking, valorizzazione ambientale e paesaggistica, ecologia, qualità ambientale e paesaggistica, rispetto delle acque e dei suoli, sicurezza non solo idraulica, turismo verde per migliaia di turisti, miglioramento ambientale e riqualificazione urbana, valorizzazione del territorio, lavoro e occupazione.
Ora si tratta di trasferire sul territorio questi concetti, di concretizzare la pista ciclabile intesa come “sistema di spazi aperti multifunzionali, connessi al bacino del Lago e alla sua ecologia, nel rispetto dell’ambiente e del paesaggio”, da collegare a percorsi e sentieri esistenti e connettere con i corridoi Eurovelo, cioè con la Via Francigena (EV5), con la Sun Route (EV7) ed altre (Tirrenica). Il tutto nel rispetto della specificità del territorio, esso stesso già inserito in un network di zone protette della Rete Natura2000, dotate di specifiche norme e strumenti di tutela, finalizzate a mantenere il loro grande valore ecologico.
Per il Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR), la riqualificazione degli ambiti costieri (lacustri e marini) è generalmente orientata alla riduzione della pressione antropica sulle coste e al mantenimento e al recupero della naturalità di tali ambiti. La valorizzazione, nello stesso senso, è definita dal PTPR come la “tutela e salvaguardia del valore culturale del bene, con azioni e metodi mirati al miglioramento della risorsa, a differenza di operazioni di valorizzazione improntate principalmente all’aumento della redditività di un bene o di un territorio”.
E cogliendo l’essenza di questi alti indirizzi, la progettazione della pista ciclabile circumlacuale, potrebbe essere l’occasione per prevedere la rinaturalizzazione delle rive con la messa a dimora di una fascia di vegetazione ripariale arboreo-arbustiva a salici, pioppi ed ontani, con funzione sia ombreggiante per la pista (azione assolutamente necessaria viste le torride estati che ci attendono a causa del cambiamento climatico in atto) e sia di ricucitura ecosistemica, lungo il perimetro lacustre, a beneficio della biodiversità e delle funzioni filtro che tali formazioni vegetali assicurano.
Potrebbe inoltre essere occasione per promuovere e diffondere conoscenze sull’ecologia e la biodiversità del lago, oltre a fornire indicazioni sui comportamenti virtuosi da adottare per mantenere la funzionalità dell’ecosistema lacustre, con l’installazione, in luoghi opportuni, di pannellistica dedicata, per rendere evidente il concetto che dalla salute dei nostri ecosistemi dipendono l’economia, il turismo lacustre e la salute della popolazione.
Ci sembra inoltre opportuno evidenziare che il termine “circumlacuale” non implica il fatto che la pista debba necessariamente costeggiare il lago per tutto il suo perimetro, ma che possa girargli intorno, con punti di vista dall’alto, avvicinandosi ad esso quando le condizioni territoriali lo permettano, senza interferire ulteriormente con il fragile habitat ripariale, già così fortemente compromesso e frammentato. Una progettazione attenta e rispettosa degli indirizzi del PTPR dovrebbe assicurare che il tracciato della pista non vada ad interferire con ambiti attualmente non già normalmente raggiungibili via terra, non crei nuove penetrazioni longitudinali alla costa; non si deve necessariamente arrivare facilmente dappertutto, ma dovremmo farci guidare dalla stessa “identità culturale” dei luoghi che, sapientemente, ci indica dove fermarci.
Certo, a livello progettuale, occorre una grande sensibilità e capacità interpretativa, aspetti che francamente non siamo riusciti a cogliere nell’attuazione del tratto di pista già realizzato sulla costa occidentale che non sembra tener in alcun conto né degli ottimi concetti sopra richiamati, né degli indirizzi derivanti dal PTPR. Tra l’altro non è stata attivata la procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale – VINCA, la cui obbligatorietà è stata ribadita il 16 novembre scorso dai funzionari dell’ufficio regionale preposto al rilascio del parere, intervenuti nel corso del Seminario formativo su tale procedura, promosso con successo dal Biodistretto e dall’Associazione Lago di Bolsena con la collaborazione della Regione e del Comune di Montefiascone, al quale hanno partecipato amministratori e tecnici di tutti i 7 comuni lacuali interessati dalla realizzazione della pista ciclabile.
La maggior parte della pista deve fortunatamente ancora essere realizzata e confidiamo nelle amministrazioni comunali affinché sappiano interpretare questa importante opportunità progettuale nel senso indicato dalle norme di indirizzo vigenti: le nostre associazioni, con atteggiamento costruttivo, mettono a disposizione delle amministrazioni comunali le competenze tecniche e ambientali che hanno al loro interno, per un proficuo confronto sul tracciato e sui contenuti progettuali di quest’opera, che tutti noi desideriamo vedere realizzata, ma con le irrinunciabili attenzioni volte a mantenere e rinforzare il ruolo ecologico della fascia ripariale lacustre, così importante per il corretto funzionamento ecologico dell’ecosistema, nel pieno rispetto dell’identità culturale del nostro amato lago.
Enrico Calvario – Presidente dell’Associazione Lago di Bolsena
Angelo Bertea – Presidente dell’Associazione Bolsena Lago d’Europa