Caro Claudio ma anche cortesi consiglieri comunali di Orvieto. Magari fosse tutto legato alla capacità di comunicare le questioni. La comunicazione politica comunica quel che la politica fa e quelle che sono le decisioni dei decisori. Personalmente ho dei dubbi che la buona comunicazione sia quella di indorare la pillola indigesta di decisioni sprovvedute della politica.
La REMS alla ex mensa della Piave pregiudica un utilizzo migliore di quella grande area di Orvieto che deve essere il volano di sviluppo di un intero territorio. Stessa cosa accadrà per l’improvvida decisione di collocare la casa della Salute all’ex Ospedale Santa Maria della Stella così come hanno ribadito più volte gli amici di Prometeo.
A volte la politica ha l’incredibile capacità di trasformare in difficili le cose, non dico più facili ma, certamente, più utili. La Casa della salute o casa di comunitá all’ex mensa della Piave sarebbe, per così come fu progettata dalla stessa Asl, un presidio importante ed essenziale non solo per il centro storico ma di eventuale servizio per una destinazione diversa (e noi pensiamo sempre ad un college universitario dedicato al nome di Rodari) all’interno dell’intera struttura.
Inoltre quei 4mila metri quadrati non sono soggetti a vincolo come l’ex ospedale ma la ex mensa può essere smantellata e realizzata ex novo anche con minore spesa e con una migliore definizione degli spazi. L’attuale distretto sanitario che si libererebbe e la struttura di via delle Pertiche ex Inapli che ospitava una volta la Comunità Montana, sarebbero invece ottimi luoghi per la realizzazione di edilizia residenziale economica e popolare, con progetti ovviamente di pregio (come fatto per il palazzo che in passato ospitava la sede della Federazione Socialista di Orvieto).
Così non si perderebbero quei 6 milioni a disposizione e che, giustamente, sarebbe sbagliato utilizzare nella ex palazzina comando della Piave. Utilizziamoli in quei due spazi. All’ex Ospedale, invece, si deve agire per realizzare un hotel di livello, capace di aumentare la scarsa capacità ricettiva alberghiera di qualità medio alta della nostra città che è carente. Come un’altra struttura ricettiva è possibile integrarla anche all’interno del progetto di riqualificazione della Piave sul quale, come associazione Orvieto Città Aperta, avevamo lavorato, fornendo non solo il preliminare ma individuando fonti di finanziamento, linee di indirizzo per accedere a finanziamenti nazionali ed europei, soggetti che avevano anche definito la volontà di utilizzare e gestire la struttura una volta completata, “riempiendola” di studenti.
Pensate a quanto due alberghi in più potrebbero, con un numero congruo di camere, anche svolgere un ruolo di sostegno al turismo congressuale legato al palazzo dei congressi. Uno dei motivi per cui a volte perdiamo infatti congressi, è legato proprio al fatto che non vi sono strutture ricettive capaci di assorbire un numero alto di congressisti che, ad oggi, devono essere divisi in troppe strutture, separandoli.
Tutto quel che scrivo, non solo la questione del College, è non solo possibile ma anche capace di attrarre investimenti pubblici e privati, di sfruttare quelli già a disposizione e di allontanare anche il pericolo di intervento della Corte dei Conti.
E la REMS? Non è detto che si possa perdere ma, senza dire no a priori, magari si potrebbe fare una ricognizione che ne permetta una sua collocazione al di fuori del centro urbano. Quello che serve, alla cittá, non è dinque la capacità di comunicare meglio ma una politica e una amministrazione che si dovrebbe sforzare di agire maggiormente per il meglio, capace di guardare un poco più in là del proprio naso e senza pregiudizi e compromessi, anche in modo trasversale – aggiungo – per uscire dal ruolo di subalternitá con la Regione che, a onor del vero, dura da troppi anni. Il REMS è dannoso per questi motivi al centro storico oltre a rappresentare l’ennesima risposta scriteriata di una Regione che per questo territorio non sa fare altro che proporre come panacea progetti rifiutati da altri territori (Gualdo per la REMS e il tema discarica rifiuti). Chiudo con una domanda per tutti i cittadini.
Ma è possibile che, ad esempio, mentre l’evento principale dell’Umbria in questo periodo dell’anno è Umbria Jazz si decida di organizzare il concerto, quello in diretta su RaiUno per festeggiare il 2023, a Perugia e non nella nostra città? Ecco, su quest’ultimo elemento, forse, pecchiamo di comunicazione, preferendo ancora spendere risorse e contatti per un concerto di Pasqua che mandiamo in differita a diversi giorni dalla Resurrezione di nostro Signore e che, in termini di promozione del territorio, poco o nulla aggiunge.
Giorgio Santelli – Associazione Orvieto Città Aperta