Chi difende e rivendica il diritto alla salute di tutte e tutti non può provare vergogna. Perdonerete se a chi definisce vergognosa la nostra decisione di partecipare al Presidio dello scorso 29 novembre a favore della sanità pubblica abbiamo soltanto da rispondere che chi rivendica il diritto alla salute e all’accesso alle cure di tutte e di tutti non può provare vergogna.
Questo Partito Democratico non si accoderà ad un vuoto e sterile dibattito utile soltanto a distogliere l’attenzione dal punto vero che tocca la vita, la quotidianità ed i bisogni dei nostri concittadini, strumentale a distrarre il dibattito pubblico su come nel nostro territorio si è totalmente abdicato alla tutela della salute dei cittadini e alla tenuta del nostro presidio ospedaliero.
Rivendichiamo di essere stati in quella piazza, uniti con le forze politiche progressiste, con gli amministratori, con i sindacati, con il civismo delle associazioni ed i cittadini. Rivendichiamo di aver dimostrato, anche in questa occasione, preoccupazione e la volontà, sincera e programmatica, di aprire un percorso di discussione partecipativo specificamente sulla sanità perché è urgente oggi costruire un’alternativa al declino scellerato che la giunta regionale, con la complicità di certi Sindaci, vogliono imporre alle nostre comunità.
Non ci vergogniamo se diciamo che non sia più possibile assistere allo smantellamento dei servizi territoriali con tagli dei presidi e riduzione dei distretti da 12 a quattro; non ci vergogniamo a denunciare la carenza strutturale di personale, che costringe gli operatori, medici, infermieri, tecnici, ostetriche, ooss, dipendenti, a condizioni insostenibili e le cui difficoltà si riversano inesorabilmente sul malato.
Non ci vergogniamo a ribadire che vanno intraprese azioni di sistema per le liste d’attesa ormai fuori controllo; non lo facciamo se dobbiamo ricordare che la salute è un diritto costituzionale e non si può pensare di far passare un piano scientifico per favorire l’opzione privata come il migliore dei mondi possibili; perché anche quando questa si dimostra essere una opzione eccellente la centralità delle Istituzioni deve essere quella del servizio pubblico.
La destra faccia autocritica ed un lavoro sulla propria accountability e si prenda le responsabilità di Governo se è vero che ha a cuore il destino dell’Umbria. Si prenda la responsabilità di trovare soluzioni all’assenza di medici e di pediatri. Sebbene il tema della tenuta dei servizi di urgenza ed emergenza sia un tema nazionale e una problematica di tutti i territori, è importante tenere il punto e capire la strategia regionale per non lasciare i nostri cittadini senza punti di riferimento.
La destra si prenda la responsabilità del Piano Regionale Sanitario preadottato recentemente dalla Giunta Tesei, un testo che non ha niente di condiviso o partecipato, della scelta di dimezzare i distretti sanitari attraverso accorpamenti territoriali del tutto irrazionali, che non tengono conto delle relazioni tra comprensori, delle distanze tra di essi e le diverse dotazioni di personale e strutture, in alcuni casi del tutto inadeguate.
Ci si prenda la responsabilità dei fortissimi disagi ai cittadini che vedranno tagliati i servizi e le prestazioni ma anche agli stessi operatori della sanità, già aggravati dal tema centrale della mancanza di personale che il piano non affronta deliberatamente perché la direzione intrapresa non è quella del rilancio, bensì quella dei tagli e del depotenziamento in favore della sanità privata.
Piuttosto che sindacare sul libero diritto di manifestare pacificamente degli altri, la destra si impegni a dimenticare i propri privilegi e immedesimarsi nelle difficoltà dei tanti anziani soli, di chi non può permettersi di avere opzion privatii, di chi si sente dire che sarà visitato dopo quasi un anno per una patologia che ne affligge la quotidianità e la possibilità di sostenere la propria famiglia; ci si focalizzi sugli investimenti e sui temi sensibili come quelli della prevenzione, come gli screening oncologici, e della ricerca, quelli della salute mentale, così come ai servizi consultoriali e ginecologici.
I Partiti che oggi sono “di governo” smettano di cercare alibi e comincino a guardare al futuro. Da questa parte nessuno dice che in passato non ci siano stati problemi ma resta il fatto che prima di loro mai era stato depotenziato l’intero tessuto del sistema sanitario regionale.
La destra si fermi sulla Rems all’ex mensa e sul vecchio ospedale, dove il rischio è quello di scelte frettolose da un lato e ideologiche dall’altro che comprometteranno intere aree della città senza che ci sia stato uno confronto con i cittadini e le associazioni. Si vergogni chi oggi chi è chiamato alla massima responsabilità del Governo e rifiuta di ascoltare la propria comunità.
Noi dal canto nostro, oggi, ci prepariamo a costruire e rafforzare un percorso di rinnovamento che guarda all’inclusione di tutti quelli che credono che una totale inversione di questa rotta sia necessaria e siamo pronti a mobilitarci ancora e ancora poi per ottenerla. Non ci vergogneremo mai di essere dalla parte dei più deboli e dei diritti: è il pezzo della nostra storia da cui non cercheremo mai discontinuità. Partito Democratico d’Orvieto.
Partito Democratico d’Orvieto