Nuova vita a Todi per tre immobili a loro modo storici e legati al passato della ex Ferrovia Centrale Umbra. Si tratta della stazione di Ponterio, dell’ex Dormitorio ferroviario e della stazione di Rosceto, sui quali verranno investiti quasi 3 milioni di euro. Nello specifico saranno 1,3 milioni per la stazione di Ponterio, nella quale oltre la sala d’attesa verranno ricavati spazi da destinare ad associazioni culturali e social housing; 905 mila euro per l’ex Dormitorio, anch’esso trasformato in social housing; e 615 mila euro per la stazione di Rosceto, che avrà la sua sala d’attesa ma anche un punto di ospitalità e degli spazi di social housing.
“Abbiamo avuto conferma in questi giorni – spiega il Sindaco di Todi Antonino Ruggiano – che le procedure di gara sono in corso e che dovrebbe essere pertanto rispettato il cronoprogramma che prevede l’affidamento dei lavori nel primo trimestre del 2023 e la fine degli interventi entro il 2025”.
L’operazione rientra in quella ben più ampia che vede impegnata la Regione Umbria, lungo l’intera tratta ferroviaria, in 15 interventi in 11 diversi comuni per complessivi 15 milioni di euro, di cui 14 da risorse PNRR ed 1 da fondi ATER e regionali. Un piano che, oltre alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente e alla rigenerazione del tessuto socio-economico locale, punta a fare delle stazioni le porte di accesso al sistema territoriale e dei punti di connessione con i principali percorsi del paesaggio, ciclovie e cammini storici già esistenti.
“Il complesso programma, che si somma a quello della riattivazione della ferrovia – sottolinea il Sindaco di Todi – è seguito dall’assessore Enrico Melasecche, garanzia di condivisione con l’Amministrazione locale di strategie, tempi e obiettivi, tra i quali figurano, oltre la rifunzionalizzazione degli immobili, anche l’innalzamento della sicurezza delle aree oggetto di recupero, la coesione e promozione sociale e della qualità della vita e della sostenibilità, visto che tutto avverrà senza dare corso a nuove costruzioni e ad alcun ulteriore consumo di suolo, valorizzando peraltro anche aspetti dell’edilizia tipica dell’architettura archeologica ferroviaria”.