
di Pasquale Di Paola
La Rems è una struttura in grado di ospitare persone che hanno commesso reati e sono state dichiarate incapaci d’intendere e di volere. In parole povere quello che una volta era il manicomio criminale. L’istituzione di una Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza in Umbria è stata ufficialmente richiesta alla Regione la scorsa estate 2020 dal presidente dell’Assemblea Legislativa, Marco Squarta.
La questione è arrivata sul tavolo dell’assessore alla Sanità, Luca Coletto, che sembra avere tutta l’intenzione di andare avanti e rendere l’Umbria una regione autonoma sotto questo punto di vista. La struttura individuata originariamente era situata a Gualdo Tadino, e precisamente l’ex carcere fuori città, vicino alla frazione di Palazzo Ceccoli, di proprietà comunale e sede attuale del Centro
socio-riabilitativo “Il Germoglio”, che si occupa della promozione e tutela dei diritti delle persone disabili e delle loro famiglie.
Il sindaco di Gualdo Tadino ha reso pubblica la candidatura con un’intervista al quotidiano La Nazione, dichiarando che tecnici della Regione avevano già effettuato dei sopralluoghi reputando la struttura idonea. Gruppo di tecnici che già aveva effettuato il sopralluogo abbozzando il progetto. Il primo cittadino ha giustificato la sua adesione prospettando vantaggi economici alla cittadina, tornaconto economico e sociale rappresentato dal fatto che tale soluzione avrebbe portato posti di
lavoro e indotto, oltre che un risparmio per le casse della regione.
La popolazione è prontamente insorta contro tale decisione, presa dal primo cittadino in piena autonomia e senza coinvolgere la popolazione della città. Molti frequentatori dei social gualdesi hanno espresso perplessità e contarietà sia sulla Rems, sia ovviamente sull’ospitare nella cittadina soggetti così socialmente pericolosi. Si sono raccolte firme e sono spuntati gruppi Facebook “No Rems”. Il primo cittadino è stato costretto a fare marcia indietro, e così l’assessore alla Sanità della Regione si è ritrovato con il cerino acceso tra le mani.
Così siamo arrivati a oggi, a parlare di Orvieto come potenziale ospitante della Rems umbra. Individuando come unità ricettiva la sala mensa dell’ex Caserma Piave. Decisione che i cittadini ritengono “una sciagura” per il centro storico. Gli orvietani affermano che nel prendere una decisione come questa sarebbe corretto fare una valutazione basata non solo sull’opportunità economica, ma anche sull’impatto che tale scelta può avere sul fattore sicurezza. È evidente che il tema va comunque discusso e condiviso con la comunità orvietana, in un consiglio comunale aperto.
Nel frattempo il popolo orvietano non rimane con le mani in mano. E’ sorto un Comitato Cittadino per contrastare tale eventualità, e lanciata su change.org una petizione online dal titolo “No alla Rems nell’ex Caserma Piave di Orvieto”. Petizione sottoscrivibile al link https://www.change.org/NoRemsOrvieto.








