di Pasquale di Paola
Andreino guardo’ l’orologio sul tavolo…Mancava poco alla mezzanotte..il rintocco dei suoni dell orologio sulla torre del moro ne diedero conferma. Erano le undici e tre quarti di quella notte fredda e gelida del periodo che precedeva il Santo Natale. Orvieto come tutti gli anni era stata addobbata a festa..
Il Corso era illuminato da mille lucine e le vetrine dei negozi riflettevano i riflessi delle intermittenze luminose degli alberelli di Natale. Andreino ripenso’ alla sua situazione. Aveva appena compiuto i 50 anni..Era da due anni che era senza lavoro. Si ritrovava con la moglie a sua volta senza lavoro e le sue due figliolette di cinque e tredici anni da mantenere.. Erano la luce dei suoi occhi le sue figliolette. Per loro avrebbe dato la sua vita non una ma mille volte. Riusciva a tirare avanti con i seicento euro del reddito di cittadinanza. E con i pochi euro che la moglie guadagnava al mese andando a stirare o a fare compagnia a qualche vecchietta quando la chiamavano. Poca roba.
Andreino doveva centellinare ogni euro da spendere per arrivare a fine mese. E quest’anno era ancora più’ dura. Due giorni prima erano arrivate le bollette della luce e del gas. Standoci molto attenti, accendendo i termosifoni il minimo possibile. L’ anno prima a dicembre erano arrivate bollette da pagare di 70 euro per la luce e di 120 euro per il gas. Stavolta la bolletta della luce era di 130 euro e quella del gas di 240.
Entrambe raddoppiate. Andreino penso’ con un attimo di terrore a quanto sarebbe arrivato di gas nella
bolletta successiva. Fredde e umide le notti orvietane a dicembre e gennaio, e un minimo di ore occorreva tenere accesi i riscaldamenti. Non poteva permettere che patissero il freddo sua moglie e i suoi due tesorini. Avrebbe dovuto tagliare sulla alimentazione. Cosa non semplice, visto che aveva già’ razionalizzato al massimo le spese.
Era in ansia anche per la sua salute. Aveva avuto un innalzamento della pressione sanguigna, sicuramene per
l’ansia costante di non riuscire ad arrivare a fine mese o di non riuscir a garantire alle figlie un minimo di cose che a quell’ eta’ tutte le bambine dovrebbero avere.
Era stato dal medico, che aveva prescritto delle analisi del sangue e una visita cardiologica. Da fare nel più’ breve tempo possibile per individuare la cura adatta a prevenire “grossi guai”, aveva detto il suo medico curante con tono serio. Si era informato, Andreino. Per fare subito le analisi del sangue prescritte avrebbe dovuto pagare presso la struttura privata presente a Orvieto 160 euro.
E 140 euro per la visita cardiologica con elettrocardiogramma .Cifre che non poteva assolutamente permettersi. Si era recato in farmacia ,quella del Corso con quella signora sempre gentile e sorridente. Le aveva dato le ricette del medico e aveva chiesto come prenotare il tutto presso l’ospedale di Orvieto.
Essendo catalogato tra i precettori di reddito di cittadinanza non avrebbe pagato neanche il ticket. Cosa utile ma di cui un po’si vergognava. Dopo aver battuto un po’ sui tasti del PC, la signora gentile della farmacia stampo’ dei fogli. Erano le prenotazioni. Analisi del sangue prima disponibilità’ utile tra un mese. Avrebbe dovuto aspettare di più’ per la visita cardiologica , sei mesi. Era preoccupato Andreino per queste lunghe attese. Il dottore gli aveva detto che non era da sottovalutare una pressione arteriosa minima costantemente sopra i 100. E pensare che qualche giorno prima aveva sentito il sindaco, sempre una bella donna il sindaco di Orvieto, parlare alla TV locale e affermare che la sanità’ orvietana funzionava bene.
Quest’anno poi ci si era messa pure la scuola. La figlia piu’ grande faceva la terza media. E quest’anno la scuola aveva deciso di portare gli alunni di terza media in stage a Londra dal 6 al 12 marzo. Avrebbero dovuto pagare 740 euro a testa. Serviva inoltre il passaporto. Andreino era andato a chiedere in questura. Altri 120 euro
tra diritti e marche da bollo per averlo. E non poteva di certo mandare la figlia a Londra senza darle neanche
un euro .Anche se la figlia conosceva le condizioni economiche della famiglia e non chiedeva mai nulla in piu’del necessario, almeno 200 euro doveva darglieli per quella settimana.
Più di 1200 euro di spesa.. Andreino si strinse la testa tra le mani. I compagni di classe della sua amata figlia andavano tutti. E non poteva dare una delusione cosi’forte alla figlia. Anche se quei 1200 euro corrispondevano a due mesi dell’introito del reddito di cittadinanza.
Ne aveva parlato con la moglie. Che aveva un po’ di monili in oro, ricordo dei genitori.Anche se c era tanto legata, avrebbe provato a venderli nel compro oro a Orvieto Scalo, con la speranza di prenderci almeno mille euro. Anche se ad Andreino non sembrava una buona cosa far privare la moglie di quei ricordi familiari.
L’orologio della torre del Moro con i suoi rintocchi annuncio’ che la mezzanotte era scoccata. Un giorno era passato e una nuova giornata aveva inizio. E sempre di piu’ era vicino il Santo Natale. Troppi brutti pensieri. Andreino penso’ di andare a letto, così da riuscire a cacciarli via.
Come ogni notte entro’ nella stanzetta delle figlie. Le rimbocco’ accuratamente dando loro un dolce bacio sulla fronte e accosto’ per bene la finestra. Nel farlo noto ‘lo scorcio di mille lucine che addobbavano ogni angolo e ogni negozio di corso Cavour. Mille colori che si accendevano e spegnevano e che facevano del corso un angolo di mondo suggestivo e colorato.
Penso’ al Natale in arrivo, penso’ ai suoi due tesori che aspettavano con tanta gioia che arrivasse,per scartare i regali che Babbo Natale avrebbe loro portato. E li avrebbe portati. Avrebbe digiunato una settimana Andreino, ma i regali di babbo natale non sarebbero mancati… Penso’ alla lunga attesa per fare i suoi controlli di salute, penso’ a quanto sarebbe arrivato di luce e gas il mese successivo, ripenso’ a come racimolare i 1200 euro per mandare la figlia a Londra, penso’alla moglie che rinunciava ai suoi piu’ bei ricordi per dare una mano. E
penso’ al Dolce Natale che di lì a poco sarebbe arrivato. E una lacrima gli venne giu’ dal viso….








