di Titta Breccia
Oggi per la terza volta mi reco all’ospedale di Orvieto per prenotare un OTC. La prima, due mesi fa, il CUP oculistico mi disse:” le prenotazioni per quest’anno sono chiuse, ritorni fra un mese”. Ritorno dopo un mese, il CUP di nuovo chiuso perché l’impiegata era dovuta uscire; ritorno oggi alle ore 11,05, non c’è l’impiegata, arriva ma ci dice che il CUP chiude alle 11, quando da orario affisso deve chiudere alle 12.
Domando se posso prenotare l’ OTC ad un CUP qualsiasi, mi risponde che non è possibile perché il macchinario è rotto. Alla signora le dico che allora dovrò andare dal privato. In questo ospedale tutto è diventato difficile. Per fare le analisi del sangue un mese di attesa, oppure vai dal privato; per rimuovere un neo sospetto, visto a settembre, si dovrà aspettare la fine di dicembre, l’ambulatorio chirurgico opera con intervalli sine die. Qualsiasi visita specialistica, se la vuoi fare in tempi ragionevoli, devi recarti dal privato o intra moenia, il giorno dopo sei accontentato.
L’ospedale Santa Maria della Stella, una risorsa per il nostro territorio, lontano da Perugia, da Terni, da Foligno, da Spoleto che, fino a qualche anno fa, garantiva, seppur con ritardi, un minimo di prestazioni buone, oggi è completamente svuotato; forse per la regione Umbria siamo troppo vicini al Lazio? Siamo pur sempre umbri e paghiamo regolarmente le tasse, con cui si dovrebbe finanziare anche la sanità pubblica.
Io mi rivolgo a tutti noi in piena salute e malati che, a forza di pazientare e stare zitti, abbiamo concorso a demolire la sanità pubblica, nella convinzione che ci pensassero i governanti, quelli delle maggioranze e quelli delle minoranze, abbiamo invece constatato che gli interessi collettivi sono gli ultimi ad essere presi in considerazione o addirittura dimenticati. C’è la corsa a far presente in pubblico che si sta lavorando per noi, non è assolutamente vero, chi parla non ha sostanza, solo vuote parole per poter convincere il popolo pecora che lui è il migliore.
Ma veramente vogliamo perdere il nostro ospedale, ma veramente vogliamo che i tanti indigenti anche anziani debbano fare la spola tra casa e ospedale senza risolvere niente, aspettare in alcuni casi la morte perché le tanto attese visite, esami di laboratorio sono arrivati in ritardo? Chi prende una miseria al mese non potrà farsi visitare da un privato, fare gli esami strumentali nei laboratori privati, oppure recarsi a Perugia, Terni o ancora più distante. Ma ci rendiamo conto che stiamo parlando di esseri umani, maltrattati dall’incuria dell’uomo assetato di potere e gloria!
Non ci sono i soldi, questo è il mantra che è diventato assordante! I soldi c’erano, ci sono e ci saranno, è chi li gestisce che manca di concretezza, di discernimento ,soprattutto di umanità. L’egoismo sta divorando la dignità dell’essere umano,Papa Francesco ce lo ricorda continuamente.
Se l’unione fa la forza, cerchiamo insieme di trovare la strada da percorrere per ripristinare l’efficienza all’ospedale di Orvieto e siamo critici con gli amministratori pubblici che, a forza di pensare all’elettore perché li voti, spesso raccontano fiabe, più interessanti sarebbero le favole, ma sono troppo istruttive, potrebbero spingerci a pensare! Termino citando in parte l’art.32 della nostra Costituzione: La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti…