Alla viglia del 4 novembre, data in cui in Italia si celebra il “Giorno dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate” riteniamo doveroso ricordare l’art. 11 della Costituzione: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”.
Il problema è che diversi governi, di diverso e apparentemente opposti schieramenti politici, più volte e anche di recente della Costituzione hanno fatto carta straccia, salvo poi venire a raccontare agli italiani, magari agli studenti nelle scuole o nelle università, che abbiamo la fortuna di vivere in un continente “pacificato”, magari grazie alle UE e alle varie emanazioni di quest’ultima. La storia racconta ben altro purtroppo ma evidentemente non insegna mai abbastanza.
(cit.) “(…) il 4 Novembre non vi è nulla da festeggiare. E’ in realtà un giorno di lutto, poiché in quella data termina una delle guerre più violente della storia, costata la vita ad oltre 13 milioni di uomini, una scellerata macelleria sociale dal cui sangue sbocciarono i frutti velenosi del fascismo e del nazismo”.
Se si coltivassero percorsi di memoria seri e documentati, il 4 novembre dovrebbe rappresentare il ripudio di ogni guerra e invece da diversi anni siamo costretti ad assistere ad una presenza sempre più massiccia delle Forze Armate nelle scuole a livello nazionale; siamo d’accordo con chi sostiene che si tratti di (cit.) “(…) un pericolosissimo processo di militarizzazione della scuola e della didattica” caratterizzato da iniziative delle quali riportiamo soltanto alcuni esempi eclatanti, tipo l’alzabandiera con studenti e militari o il “Treno del Milite ignoto” che ha attraversato tutto lo stivale in un viaggio di oltre 5.000 km che immaginiamo sia stato anche dispendioso. E’ forse utile ricordare che (cit.) (…) proprio l’Alzabandiera negli istituti scolastici fu un “rito” imposto nelle scuole del Regno durante il Ventennio fascista, congiuntamente al “culto” dei valori dell’identità nazionale (obiettivo “pedagogico” delle odierne mille iniziative delle forze armate con bambini e preadolescenti) del militarismo e dei “martiri” della Grande Guerra”.
(cit.) “Sempre più, negli ultimi anni (…) la scuola ha aperto le sue porte a uomini e donne delle forze armate, i quali via via hanno iniziato a propagandare una immagine del soldato e della carriera militare, in cui sono del tutto scomparse la guerra, la morte, la violenza, le spese per le armi e le alleanze politiche con stati che si macchiano di crimini e violazione dei diritti umani. Tale mistificazione della realtà ha raggiunto l’apice proprio con le celebrazioni della vittoria di Vittorio Veneto e della fine della prima guerra mondiale. Di fronte al tentativo di fare di tale ricorrenza un momento di orgoglio patriottardo, la scuola ha il dovere storico e morale di ricordare che il 4 novembre non vi è nulla da festeggiare (…)”.
Condividiamo inoltre l’opinione di chi sostiene, dopo averlo letto, che (cit.) “(…) il fumetto pubblicato dal Ministero della difesa e in via di distribuzione alle alunne e agli alunni delle scuole, dal titolo <La Storia del Milite Ignoto> rappresenti più che altro (cit.) “(…) un’orgia di retorica bellico-nazionalista dove vengono esaltate, tra l’altro, alcune delle peggiori figure della storia del fascismo e delle forze armate italiane, tra cui ad esempio il generale Giulio Dohuet (il primo militare a teorizzare i bombardamenti aerei sulle città e le popolazioni inermi, ritenendoli gli strumenti più idonei per vincere le guerre moderne (…)”.
Certi che (cit.) “(…) la democrazia cresce di pari passo con il disarmo, con la riduzione delle spese militari, con la conversione dell’industria bellica in industria civile, con la lotta ad ogni discriminazione, con un’economia di giustizia, con la partecipazione alla vita politica, con l’educazione ai diritti umani e con il rifiuto collaborare con chi prepara oggi le guerre che uccideranno domani (…)” riteniamo anche noi che (cit.) “(…) per una sana e robusta istruzione di pace servono insegnati disposti a farsi quotidianamente obiettori di coscienza”.
Con l’auspicio di incontrarne sempre di più nel nostro percorso politico e sociale nei territori, invitiamo cittadini, associazioni, studenti e docenti, a boicottare le iniziative – che siano di enti pubblici o di istituzioni scolastiche – quando come nel caso del 4 novembre troppo spesso non contribuiscono certo alla diffusione di una cultura della pace. La comunità umana urge, anche nelle nostre piccole comunità locali.
Gruppo Consiliare “Alternativa per Porano”
Fonti: “Il 4 novembre a scuola”
https://comune-info.net/il-4-novembre-a-scuola/?fbclid=IwAR23nRs4_UjVZWD6-OrcLXHerDPPOEfydhzKzPeEnbYs8fRcE9I3cEScZhE
“Educazione e retorica di guerra alla vigilia del 4 novembre”
https://www.pressenza.com/it/2022/10/educazione-e-retorica-di-guerra-alla-vigilia-del-4-novembre/