di Danilo Stefani
Una campagna elettorale da clima estivo, da botte di calore, si avvia (per fortuna) alla conclusione. C’è una politica trasversale volta ad alimentare ogni giorno il vento che spira contro l’avversario, più che a lavorare per la ricerca del consenso. Cercare il consenso è un’altra cosa, rispetto al voto: richiede fatica, idee e programmi chiari, non insulti e chiacchiericcio.
Se davvero poco più del 38 per cento degli italiani popola l’area dell’indecisione e dell’astensione, come appare dai sondaggi, bisognerebbe porsi delle domande. Invece non avviene, e in Paese un ormai stremato, il vuoto politico è palpabile come uno spettro che si aggira minaccioso tra le urne del 25 settembre.
Se Atene piange, Sparta non ride. Tra gli statunitensi che distribuiscono dossier avvelenati, altre fosse comuni scoperte in Ucraina, e la tragedia che ha colpito le Marche, c’è solo Re Carlo III a strapparci un sorriso. Memorabile il suo “litigio” con la penna che perde inchiostro fino a sporcargli le mani, nell’imbarazzo generale. Nella scacchiera politica mondiale Sua Maestà sarà importante, se uscirà saggezza com’è uscito inchiostro.