di Renato Piscini
La solida architettura della gestione pubblica è oramai una metamorfosi del sistema in cui si incrociano istituzioni, finanza, strategie tecnologiche. Il potere politico è diventato un coacervo di strumenti accompagnato dalla internazionalizzazione e privatizzazione a fare da apripista alla nuova architettura in cui non domina più la politica. Ad inoltrare tale situazione è stata la finanza ovvero la logica di mercato. Si sono ceduti cosi potere e programmazione alle strutture tipo G7-G20 e BCE etc derubricando i ruoli di ogni Stato e le sue scelte politiche demandate dagli elettori.
Allora a guidare il processo è il mercato, la finanza, i grandi gruppi Amazon, Google, Microsoft, etc, almeno nella sfera occidentale. Nei Paesi autoritari come la Cina la politica ha ancora il controllo ma si basa pur sempre sulla economia e finanza. Solo fenomeni come la Pandemia ha riconsegnato ad ogni Paese la propria autonomia, almeno in parte, ma ciò non riconsegnerà lo status precedente. Infatti le sfide future non si potranno affrontare che globalmente e questo in attesa di un nuovo equilibrio internazionale.
In attesa non possiamo dimenticare politiche liberali, nate nel ‘600, che tracciavano la strada democratica per proteggere i diritti fondamentali libertà, salute e proprietà. Purtroppo le premesse elettorali a cui assistiamo oggi sono completamente slegate da costi-benefici, da eventuali effetti sui bilanci, e rapporti europei nonchè internazionali. L’incertezza politica, come ora, o scatta il senso di responsabilità o rischiamo di arretrare sul piano economico, sociale e democratico qualora si insinui quel nuovo autoritarismo mascherato della destra. La confusione evidente della politica di questi giorni, alla ricerca del consenso, sta oscurando il messaggio vero da dare agli italiani ovvero le soluzioni a quanto sopra. Per non sbagliare basta analizzare i vari programmi.
Usare strumenti come Tik Tok o Facebook e altro è consegnare definitivamente il ruolo guida ai grandi gruppi e alla finanza.