di Renato Piscini
Liberare i desideri e le passioni, coltivando la memoria, è la terapia giusta. La situazione attuale è un mosaico di traumi della democrazia, questo è un malessere ma anche fonte di nuove energie verso il futuro. Una nuova energia politica per un investimento è quello di tornare ai partiti veri. In questa campagna elettorale confusa e mediocre è d’uopo dare un contributo qualunque esso sia e da qualunque parte provenga.
Allora partire da tre dogmi: una economia libera di mercato e scambio, una intesa su un sistema proporzionale, continuità al patto atlantico ma con partiti forti e propositivi; insomma via a partiti ridotti a gruppi di potere (oligarchia) attraverso la riorganizzazione delle sedi e degli iscritti, ripristino organi di controllo, de facto nostalgia della prima Repubblica.
La crisi sta attenuando la spinta populista e degli estremismi approfittiamone per rendere più democratica la politica. Rinnovare è necessario, ascoltare la base ancora di più la quale ci chiede di spiegare meglio i programmi e cosa si vuol fare per il futuro. Contemporaneamente serve riparare la distribuzione dei ruoli e e delle forze del lavoro delineando le priorità immettendo quote di immigrati (qualificati) e di cittadini fuori mercato (per età).
Le priorità sono ripristino e salvaguardia delle situazioni di degrado, arginatura e ripulitura dei territori, gestione industriale del patrimonio culturale ivi comprese residenze e monumenti. Ulteriore riparazione sarebbe quella morale e civile che aumenterebbe i sentimenti di solidarietà. Altresì è l’ora di ridare un insegnamento, degno di questo nome, ai giovani, perduti nei meandri del metaverso e dei social, senza una vera educazione di base.
Una situazione fuori controllo generalizzata ci crea insicurezza e sopravvivere è diventata un’arte. Cerchiamo di non arrivare a non sentirci più italiani.