ORVIETO – Il Consiglio Comunale ha approvato, all’unanimità dei presenti l’adesione, del Comune di Orvieto alla Rete Italiana delle “Città del Dialogo”, nata nel 2010 ed inserita nel “Programma delle Città Interculturali” (ICC) del Consiglio d’Europa che, attualmente, supporta 138 città in tutto il mondo a realizzare le finalità statutarie nell’attuazione di politiche interculturali ed inclusive partendo dal presupposto che il dialogo costituisca sempre un vantaggio anche nelle politiche locali, favorendo lo scambio di buone pratiche, auspicando la costruzione di società più favorevoli all’equità e all’integrazione.
L’atto è stato illustrato dal Sindaco, Roberta Tardani che ha riassunto le finalità della Rete, ovvero: migliorare le competenze interculturali all’interno delle istituzioni locali, dei servizi pubblici, della società civile, del mondo della scuola, dell’impresa e dei “media”; promuovere azioni di sensibilizzazione ai valori positivi della diversità culturale; supportare attività positive per favorire l’incontro tra gruppi di cittadini diversi per cultura, etnia, lingua; e sostenere campagne nazionali per favorire la diversità, favorendo una politica di integrazione anche su scala sociale.
Il Sindaco ha ricordato che la richiesta di adesione volontaria del Comune di Orvieto alla Rete è pervenuta dall’Associazione “ApertaMenteOrvieto” che da vari anni promuove il dialogo interculturale e sociale aperto soprattutto alle problematiche delle giovani generazioni, pertanto l’adesione di Orvieto alla rete è stata accolta di buon grado dall’Amministrazione perché rappresenta una “buona pratica” per migliore la consapevolezza e la collaborazione nella programmazione di scelte riguardanti il territorio dove i giovani vivono e lavorano, essa rientra altresì nell’ottica della costruzione del dossier di candidatura di Orvieto a Città italiana della cultura 2025 che valorizza l’interculturalità, quindi è un privilegio e un valore da portare avanti, coniugando esperienze diverse.
Dibattito:
Andrea Sacripanti (Capogruppo “Lega – Salvini per Orvieto”) nel dichiararsi favorevole ha detto che le esperienze delle associazioni cittadine si muovono al di là delle aule istituzionali e sono importanti per sviluppare iniziative che sono oggettivamente di stimolo a chi fa politica, quindi è sempre bello e utile il confronto, e lo scontro, purché costruttivi. Auspicando un proficuo dialogo anche con altre realtà nazionali ha ringraziato l’Associazione “ApertaMenteOrvieto” che si è fatta parte attiva della proposta.
Stefano Olimpieri (Capogruppo “Gruppo Misto”) ha ringraziato i membri dell’associazione “ApertaMenteOrvieto” che da anni indica al Comune di Orvieto un percorso nella direzione del dialogo che è uno strumento importante di democrazia come lo è la partecipazione alla vita attiva della città da parte delle associazioni cittadine. La possibilità di poter compartecipare alcune direzioni del vivere la società del presente e del futuro è un tema senz’altro da porre in risalto.
Franco Raimondo Barbabella (Capogruppo “Prima gli Orvietani”) ha dato atto all’associazione di una proposta lodevole e nell’occasione ha ricordato che l’idea di “Orvieto Città del Dialogo” fu di Adriano Casasole. Una proposta sostanzialmente filosofica quindi la sua è una condivisione convinta all’idea che Orvieto si possa richiamare al dialogo. Ha sottolineato però che il punto centrale è che da un po’ di tempo la società tutta è proiettata sulla esaltazione delle parole ed ha citato il libro “Manifesto del libero pensiero” di Paola Mastrocola e Luca Ricolfi in cui si parla dell’inizio, circa 20 anni fa, della “guerra delle parole”. Ben venga quindi inserirsi in una associazione del dialogo ma poi il dialogo bisogna praticarlo e la città deve effettivamente promuoverlo. Per questo ha proposto che si dia seguito a tutta una serie di atteggiamenti e comportamenti che sono: dialogo, ascolto, collaborazione. Ha ricordato di essere promotore da alcuni anni del Festival della filosofia che è festival del dialogo ma forse il Comune non se ne è accorto né ha fatto interventi di sostegno, al di là del mero patrocinio; ed ha concluso che occorre migliorare le condizioni di vita nella città dove non solo non si dialoga ma c’è molta cattiveria amplificata dai social.
Federico Giovannini, (Gruppo “Partito Democratico”) si è detto favorevole all’iniziativa promossa dall’Associazione ApertamenteOrvieto ed ha sostenuto che l’adesione alla Rete delle Città del Dialogo deve essere un punto di partenza per la politica che deve essere all’altezza di gestire questa prospettiva, perché il dialogo non è una perdita di tempo ma è una sfida impegnativa poiché ci sono sacche molte forti di resistenza. Ha dichiarato il voto favorevole auspicando che questo sia un inizio per trovare sul serio occasioni di arricchimento della città.
Umberto Garbini (Capogruppo “Fratelli d’Italia”) ha ringrazio l’Associazione per la proposta e per il modo con cui è stata avanzata, evidenziando che il dialogo rimanda inevitabilmente al confronto e non solo all’ascolto. Il dialogo ha senso ed ha forza se due parti diverse riescono ad argomentare le proprie idee ed approfondire dei concetti. Il confronto, anche se aspro, va sempre apprezzato quindi quello che a tutti i consiglieri si chiede è di vedere nel dialogo, che prima di tutto è buon senso, occasioni di condivisione per affrontare le sfide future.
Cristina Croce (Capogruppo “Siamo Orvieto”) ha espresso soddisfazione per un ulteriore tassello che viene posto sulla strada del confronto costruttivo attraverso il dialogo ed ha auspicato di farsi tutti portavoce degli obiettivi che l’adesione alla Rete comporta con una assunzione di responsabilità nell’uscire dalle logiche conflittuali molto praticate sui social.
Nella replica, il Sindaco ha detto che “ApertamenteOrvieto” stimola sempre l’Amministrazione dando l’occasione di far emergere il meglio in chi fa politica, spesso troppo condizionato da quello che c’è intorno e dalle ideologie. L’auspicio è che da queste riflessioni possano giungere atteggiamenti e comportamenti conseguenti. Non è casuale aver legato l’adesione alla Rete della Città del dialogo a quella della candidatura a Capitale Italiana della Cultura 2025 perché al di là di quale sia l’esito, è fondamentale che nasca un’idea di città possibile. Mettere insieme idee diverse provenuti da associazione e singoli cittadini che danno il loro contributo consapevoli che la città può raggiungere l’obiettivo, è già motivo di grande soddisfazione. In questo momento le condizioni sono favorevoli. C’è fermento e questa opportunità è un ulteriore stimolo. L’obiettivo è diventare un modello. Avendo partecipato alle iniziative di ApertamenteOrvieto, come quella del Parlamento Europeo dei Giovani, l’Amministrazione intende aderire a questo processo con la fiducia di saper cogliere questo nuovo scenario.
Per dichiarazioni di voto, Sacripanti ha ribadito che è giusto dialogare ma i richiami fatti in primis ai consiglieri chiamano in causa l’esigenza di promuovere la socialità. L’uso incondizionato e generalizzato dei cellulari non solo da parte dei ragazzi ma da parte di tutti, sta ad indicare che va recuperata la socialità dei rapporti umani non certo per giungere al pensiero unico ma per promuovere le differenze. Giusto perciò l’invito alla collaborazione ma occorre favorire la socializzazione.
Barbabella si è detto favorevole all’adesione alla Rete delle Città del Dialogo con la precisazione che il Parlamento Europeo dei Giovani è una iniziativa avviata dal Liceo Majorana di Orvieto quando ne era dirigente e che ora continua con ApertamenteOrvieto. Ha concluso con l’augurio che la candidatura a Città della Cultura e l’adesione alla Rete abbiamo successo ma soprattutto sottendano ad una cura del dialogo che fino ad oggi non c’è stata. Dialogo che non è appiattimento ma confronto delle opinioni che sono diverse, per arrivare, se possibile altro elemento fondamentale è la volontà, all’obiettivo di un punto di vista comune. Su tale aspetto ha rammentato il percorso che negli anni ’80 portò alla legge speciale per Orvieto dove fu fatto uno grande lavoro basato proprio sul dialogo. Il suo voto favorevole è come se già ci fosse il dialogo.
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La Rete Italiana “Città del Dialogo” è nata nel 2010 e, da allora, numerose sono state le adesioni in tutta Italia. Dal 2019 ICEI – Istituto Cooperazione Economica Internazionale è coordinatore tecnico della Rete Italiana.
La Rete fa parte del Programma delle Città Interculturali (ICC) del Consiglio d’Europa che supporta le città aderenti (138 in tutto il mondo) nel disegno e nell’attuazione di politiche cittadine interculturali, con la ferma convinzione che la diversità costituisca un vantaggio per la costruzione di società più eque ed inclusive.
La Rete delle città italiane – la più numerosa fra quelle nazionali aderenti al Programma ICC – costituisce un luogo per condividere politiche, migliorare il dialogo interculturale e la partecipazione delle varie comunità alla vita delle città. Essa promuove il dialogo e l’inclusione interculturale, gli scambi di buone pratiche e la diffusione dei risultati delle politiche attuate, coinvolgendo attori strategici in questo ambito.
Ad oggi la Rete delle Città del Dialogo conta su 29 città distribuite su tutto il territorio nazionale: Arezzo, Bari, Campi Bisenzio (FI), Capannori (LU), Casalecchio di Reno (BO), Fermo, Forlì, Fucecchio (FI), Genova, Lodi, Messina, Milano, Modena, Montesilvano (PE), Novellara (RE), Olbia, Palermo, Pizzo (VV), Pompei (NA), Pontedera (PI), Ravenna, Reggio Emilia, San Giuliano Terme (PI), Senigallia (AN), Torino, Unione dei Comuni del Rubicone (FC), Unione dei Comuni Terre dei Castelli (MO), Venezia, Viareggio (LU).
L’adesione alla Rete Italiana “Città del Dialogo” consente di: disporre di un laboratorio unico per l’innovazione delle politiche locali; coinvolgere attivamente i cittadini nella costruzione del futuro del proprio territorio; promuovere una cultura di collaborazione, partecipazione, creatività ed inclusione.
L’adesione alla Rete nazionale garantisce la condivisione di buone pratiche, la partecipazione di ogni città aderente a progetti comuni, l’interlocuzione (tramite il coordinatore nazionale) con la Rete Internazionale (Programma ICC – Consiglio d’Europa), la possibilità di partecipare a riunioni ed eventi nazionali.
L’adesione del Comune di Orvieto alla Rete Italiana “Città del Dialogo” trova i propri presupposti politici ed amministrativi in due precedenti atti approvati all’unanimità dal Consiglio Comunale: l’Adesione al Manifesto per “Orvieto città del Dialogo” (30 novembre 2015) e l’Aula del Dialogo e accordo di collaborazione tra Comune, Associazione ApertaMenteOrvieto e Fondazione per il Centro Studi Città di Orvieto (11 marzo 2019). Con l’adesione alla Rete nazionale si completa quindi un percorso iniziato sette anni fa per intraprendere una stagione di collaborazioni e progettualità a livello nazionale ed europeo.