ORVIETO – Dopo tre anni di stop forzato a causa delle limitazioni per la pandemia, i CAG / Centri di Aggregazione Giovanile della Zona Sociale n. 12, hanno organizzato per l’ultimo venerdì di giugno, il meeting annuale che si è svolto presso il Leo Wild Park, fattoria didattica di Todi.
In 54, tra ragazzi e ragazze provenienti dei centri di Castel Giorgio, Monterubiaglio, Allerona/Castel Viscardo, Fabro, Montegabbione e Porano, accompagnati dalle educatrici, si sono incontrati in questo luogo per stare a contatto con la natura, trascorrere una bella giornata all’aria aperta, giocare ed osservare gli animali presenti nel parco naturalistico che conta circa 150 esemplari di specie differenti. “Dopo la lunga esperienza della pandemia che ci ha costretto all’isolamento e al distanziamento – afferma la responsabile dei CAG, Dr.ssa Doriana Barbanera della Cooperativa Sociale “Il Quadrifoglio” ente gestore del servizio – i giovani hanno accolto con grande entusiasmo la proposta di realizzare la gita. La voglia di stare insieme, di conoscere i partecipanti degli altri centri, di giocare senza la preoccupazione di rispettare le numerose norme previste per il contenimento del Covid 19, in un ambiente ricco di natura e di tanti animali, ha rappresentato senz’altro la giusta conclusione di un anno di attività dei CAG”.
I Centri di Aggregazione Giovanile (C.A.G.), attivi nel territorio dell’Orvietano dall’anno 2000, si trovano nei comuni di Montegabbione “Freigeist”, Fabro “L’ultima spiaggia”, Allerona/Castel Viscardo “Centro Idee Multicreative”, Castel Viscardo “GRM Gruppo Ragazzi Monterubiaglio”, Castel Giorgio “Lo squalo” e Porano “Boom” ed accolgono prevalentemente ragazzi e ragazze, italiani e stranieri, preadolescenti ed adolescenti, ma anche bambini di fasce di età più piccole.
Anche se il 2021 è stato fortemente condizionato dall’emergenza sanitaria, i CAG sono riusciti comunque a svolgere le loro attività, sempre nel rispetto delle regole previste ed effettuando le eventuali chiusure disposte dalla Regione, dai Comuni o dalla USL. Quando il tempo lo ha permesso, inoltre, sono state privilegiate le attività all’aperto. Per quelle al chiuso come: laboratori creativi, laboratori teatrali, aiuto compiti e visione film, sono state in ogni caso mantenute le misure di distanziamento. Le attività si sono svolte in piccoli gruppi e alla presenza sempre di almeno due educatrici.
“Le disposizioni messe in atto per ridurre la diffusione della pandemia – aggiunge al riguardo la responsabile dei CAG – hanno comportato nella maggior parte dei centri, un abbassamento dell’età dei partecipanti, ad eccezione del centro di Castel Giorgio che ha lavorato sempre con un gruppo di preadolescenti (11 e 14 anni) e quello di Allerona che è riuscito a coinvolgere i ragazzi più grandi fino ai 16 anni, soprattutto nelle attività escursionistiche all’aperto realizzate in collaborazione con la Prociv”.
Il numero dei partecipanti, per ciascuna apertura del CAG è stato stabilito in base agli spazi disponibili. Il contenimento del numero dei partecipanti ha inciso notevolmente sul numero totale degli accessi e il fatto che le attività si siano svolte sempre alla presenza di due operatrici ha comportato inevitabilmente anche una riduzione del numero di aperture dei CAG. Poche sono state le collaborazioni attivate con le associazioni e scarsa è stata la partecipazione ad eventi e feste che a causa del Covid non sono state realizzate.
“Anche durante questo anno comunque così difficile – conclude però la Dr.ssa Barbanera – i Centri di Aggregazione hanno continuato a svolgere la loro attività educativa, offrendo a molti giovani del territorio occasioni di incontro e di scambio, che hanno cercato di ridurre il disagio dei più giovani facendo vivere, nel rispetto delle regole, momenti di ‘vicinanza’ e di ‘normalità’ a molte ragazze e ragazzi del nostro territorio”.