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Home Politica

Il Comune di Orvieto dice No all’eolico tra Orvieto e Castel Giorgio. Dibattito in consiglio

Redazione by Redazione
4 Ottobre 2022
in Politica, Secondarie, Archivio notizie
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Il Comune di Orvieto dice No all’impianto eolico che prevede la realizzazione di sette pale da 6 mw ciascuna tra Orvieto e Castel Giorgio. A sollevare l’argomento è stato il consigliere Federico Giovannini (Pd) nello spazio delle question time dell’ultimo consiglio comunale.

“Dal momento che la vicenda dell’eolico alto 200 metri si è guadagnata il momento di notorietà grazie ad un articolo di Ernesto Galli della Loggia sul Corriere della Sera – ha detto Giovannini – ritengo che sia opportuna al riguardo un’informativa da parte del sindaco. La candidatura di Orvieto a Capitale Italiana della Cultura 2025 non può far passare in secondo piano la questione del paesaggio, quindi la questione delle minacce che gravano sull’asset paesaggistico è fondamentale. L’articolo 9 della Costituzione recita ‘la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali’. In questa vicenda dell’eolico è dunque mancata una parola del sindaco che deve dire come la pensa ai cittadini e alle istituzioni”. 

La risposta è arrivata dal vicensindaco Mario Angelo Mazzi. “Non posso rispondere a Galli della Loggia su questioni generali – ha detto – e come Amministrazione Comunale abbiamo, invece, risposto con gli atti nelle sedi opportune. Insieme al sindaco di Castel Giorgio, Andrea Garbini, siamo stati tra i più attivi per scongiurare questa vergogna. Sinceramente mi da anche fastidio oppormi all’utilizzo delle energie alternative perché non siamo contrari a priori ma riteniamo che questi impianti debbano essere sostenibili e compatibili con il paesaggio e con la vocazione del territorio. Come Comune abbiamo presentato le osservazioni nell’ambito del procedimento di Valutazione di impatto ambientale ritenendo il progetto incompatibile con il ‘Parco Culturale’ che si trova in quella zona e che è stato introdotto nel 2007.
Tale perimetrazione impone delle restrizioni e accuratezza negli interventi e ora lasciare il campo libero a queste strutture sarebbe assurdo e irriguardoso nei confronti dei cittadini che negli anni hanno dovuto rispettare questi paletti. L’unico vincolo esistente sulla zona è quello posto dal Comune di Orvieto con il ‘Parco Culturale’ e questo abbiamo rappresentato in conferenza dei servizi. Ci siamo inoltre attivati con la Regione Umbria che invece ha risposto dal punto di vista tecnico ponendo delle questioni sulla ventosità dell’area e quindi sulla reale efficienza di questi impianti. Anche la Provincia di Terni ha espresso riserve dal punto di vista ambientale. Tutto quello che di concreto poteva essere fatto per opporsi al progetto è stato fatto. Concludo che chi oggi punta il dito contro di noi accusandoci di non aver fatto niente, in passato ha predicato l’energia alternativa a tutti i costi e senza restrizioni pur in assenza di un Piano nazionale”.

Sull’argomento ha relazionato anche il capogruppo di “Prima gli Orvietani”, Franco Raimondo Barbabella. “Torno sul tema delle pale eoliche per dire che le emergenze archeologiche e storiche nelle zone in cui dovrebbero sorgere ci preoccupano particolarmente. Il periodo delle osservazioni richiesto dal Ministero è stato prorogato al 20 luglio quindi se c’è la possibilità di fare altre osservazioni vengano rappresentante. La dialettica sull’efficacia di questi strumenti in realtà è ancora tutta aperta e non è detto che sia la soluzione delle soluzioni, quindi si deve riflettere bene su impianti di questa rilevanza nel nostro territorio”.
“Nelle conferenze di servizi –
ha risposto Mazzi – ogni Ente interviene in ragione delle proprie competenze. Quindi per il nostro ente l’unica opposizione è quella del ‘Parco Culturale’ mentre per altri soggetti gli elementi ostativi sono di varia natura, peraltro ci sono studi anche molto accurati effettuati da parte di soggetti privati. I motivi ostativi alla realizzazione del progetto ci sono tutti. Ora vediamo come verranno recepiti a livello statale. E’ evidente che di fronte alle determinazioni statali il rischio è che questa possa essere una battaglia persa. Altro punto da approfondire è anche la questione della ventosità. La Regione dal canto suo ha fatto molto e si è opposta in ragione di questioni tecniche oggettive”.

“Mi unisco alle preoccupazioni sinora espresse sul progetto delle pale eoliche – ha aggiunto Stefano Olimpieri (GM) – ricordando che siamo tutti diventati ambientalisti ma che in realtà bisogna sapere quali sono i poteri degli enti territoriali su questa materia. Ovvero: decide il livello nazionale o decide il giudice, come è accaduto per Castel Giorgio? In sintesi, il Comune di Orvieto ha potere per bloccare queste pale eoliche?”. “Il Comune – ha chiarito Mazzi – ha potere in ragione delle proprie regole. Se in passato il Comune avesse posto vincoli territoriali più stringenti oggi avremmo potuto meglio ostacolare il progetto. Ribadisco che, in presenza di emergenze archeologiche, oggi come oggi l’opposizione al progetto è stata fatta nel quadro delle regole che abbiamo”.

“Tempo fa – ha ricordato Giuseppe Germani, capogruppo di ‘Orvieto Civica e Riformista’ – il vicesindaco disse che stava predisponendo un piano per decidere su quali aree del territorio potevano essere realizzati o meno gli impianti fotovoltaici. Poiché stanno pervenendo al Comune varie richieste in tal senso vorrei conoscere lo stato dell’arte di questo piano”. “Il Comune di Orvieto – ha detto Mazzi – è stato il primo se non l’unico in Umbria che, sin dai tempi del Sindaco Concina, presentò un piano. Ora è intervenuta la norma regionale cui dobbiamo adeguarci. La delibera del consiglio regionale è del 23 giugno, quindi verificheremo. Ripeto che sarà difficile inserire ulteriori restrizioni a quelle già messe dalla Regione comunque come Amministrazione Comunale siamo molto sensibili su questo tema e faremo tutto il possibile perché ciò non avvenga”.

“Vari imprenditori dell’energia – ha aggiuno Andrea Sacripanti (Lega. Salvini per Orvieto) – di volta in volta si sono affacciano sui vari territori, per cui nessun’area è immune. Serve perciò un rinnovato protagonismo degli stessi territori, nel senso che ciascuno deve farsi carico di individuare cosa è possibile e cosa non è possibile fare. Il luogo dove dobbiamo incontrarci e scontrarsi sono le Regioni che possono unirsi anche proponendo un referendum popolare. La mia domanda è pertanto finalizzata a capire se è possibile partire con una mappatura dei territori che possano essere oggetto di sviluppo anche nella direzione delle energie alternative, non con l’improvvisazione ma secondo un disegno preciso. Una volta che ci sarà una mappatura preordinata allora avremo la possibilità di scoraggiare anche eventuali speculazioni”.
“La stessa questione è stata sottoposta all’assessore regionale all’Agricoltura, Roberto Morroni – ha chiosato Mazzi – Senza il Piano energetico regionalenon si procede in modo univoco. Servono approfondimenti tecnici a partire dal nostro fabbisogno di efficientamento energetico che corrisponde all’attivazione di una pala. E’ come la questione della discarica: bisogna prima vedere i consumi energetici e poi trovare gli equilibri fra le regioni. Accolgo la sfida lanciata dal consigliere Sacripanti a lavorare tutti insieme per fare chiarezza”.

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