di Renato Piscini
Finalmente si sente parlare, o quantomeno porsi delle domande, su temi come Caserma Piave, Piazzale della Stazione Ferroviaria, Piazzale dell’Orologio, impoverimento di abitanti del centro storico, Orvieto Capitale Italiana della Cultura. Si affacciano pubblicamente giornalisti, dirigenti pubblici, consiglieri comunali, era ora!
Abbiamo raggiunto la meta, credo che siamo appena all’inizio e per come la storia ci insegna potrebbe essere solo un lieve sussulto.
Guardando le news di questi giorni sembrerebbe che qualcosa ha smosso le menti o meglio la politica. Per me che sono uso predicare (modestamente) nel vuoto è comunque una buona notizia. Allora poche cose possono validare il tutto o renderlo fattibile:
Primo. Slacciare la cintura (o gabbie) dai propri ruoli, sia essi politici o dirigenziali, ai fini di un confronto serio e franco con tutti i cittadini, corpi intermedi e chi si pregia interloquire.
Secondo. Accelerare tutti i ritardi che riguardano altre infrastrutture o monumenti essenziali per la città. Fortezza Albornoz, ex Ospedale, Complanare, parcheggi e traffico nel centro storico.
Terzo. Impegno del ceto politico ad incidere sulla comunità attraverso investimenti e flussi turistici rendendoci conto dell’eredità lasciataci dai nostri avi, mercato immobiliare centro storico attraverso riqualificazione urbanistica e di destinazione d’uso.
Dobbiamo saper raccontare meglio la storia di noi stessi ampliando la sfera di influenza culturale e politica oltre i confini. La maggioranza operi per la sua responsabilità ma anche la minoranza responsabile unitamente della res pubblica. Ulteriore sussurro… è l’ora di una collaborazione tra tutte le forze al di là degli schieramenti stante i tempi di possibile recessione, inflazione oltre a una possibile crisi internazionale. Mettiamo a nudo le nostre riservatezze culturali e politiche i cittadini ce ne saranno gradi!