di Danilo Stefani
La guerra sta sfumando. Niente puzza di minaccia diretta e la vita va avanti come niente fosse. Le vacanze non corrono pericoli e ‘tutto scorre’. Già, il famoso ‘Panta rei’ attribuito a Eraclito. Ecco il modo dell’Occidente, vedovo degli Usa, di oscurare i morti, la tragedia, la guerra: indignazione, condanne, sanzioni, strette di mano, giravolte, valzer e passo del gambero.
L’Unione Europea sembra più che altro un jukebox. Qualcuno introduce una moneta e parte una canzone. Il giorno dopo, o a distanza di qualche ora, arriva un altro membro: l’autocrate Primo ministro ungherese Viktor Orbán e cambia canzone e genere. Dal Rock duro passa al Jazz strombazzato. Nel frattempo Recep Tayyip Erdoğan, presidente della Turchia (un altro tipetto ‘democratico’), rivendica la proprietà del jukebox.
La Turchia – che si è astenuta dalle sanzioni alla Russia -, giocando su più tavoli, vuole organizzare l’incontro Putin – Zelensky magari facendogli ballare una mazurka su uno di quei tavoli lunghi trenta metri, che Putin ama tanto.
Insomma ogni accordo salta, come la puntina sul disco, perché Ungheria e Turchia mettono i loro veti. Orbán ed Erdoğan, fanno a gara per ingraziarsi lo zar Vladimir Putin e ogni giorno inventano un veto o una condizione.
L’ultima, al momento, è di Orban. Finite le monetine, Viktor ha mollato un pugno al jukebox: niente sanzioni al Patriarca della Chiesa ortodossa di Mosca e di ‘tutte le Russie’ Kirill; perciò va cancellato dalla blacklist, punto.
Altro personaggio religioso, Kirill, che in attesa della salvezza nell’al di là si è intanto costruito un paradiso in terra: 4 miliardi di dollari secondo un rapporto Forbes del 2006, dai 4 agli otto miliardi in base alle stime della Novaya Gazeta. E noi ci preoccupiamo di Salvini, amante del “liscio”, perché voleva andare a Mosca? Non facciamo un po’ tenerezza, così fuori dalla realtà, così bambinoni?
“Solo canali diplomatici” tuonano in tanti che – detto tra noi – servono come i canali di scolo del giardino di Putin. Già, “tutto scorre”. Sangue compreso.