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19 giugno 1264, la processione del Santissimo Sacramento di Papa Urbano IV ad Orvieto

Redazione by Redazione
20 Giugno 2022
in Archivio notizie
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di Silvio Manglaviti, Orvieto Città del Corpus Domini

Buon Corpus Domini Orvieto! Anche in quel lontano anno 1264 il 19 di giugno cadeva di Domenica. Nel 1264 vigeva però il calendario giuliano, rimasto in vigore fino al 1582, anno della riforma del calendario ad opera di papa Gregorio XIII dal quale il nuovo calendario, in uso ancora oggi, prese la denominazione come calendario gregoriano. Questo nuovo calendario si rese necessario per riaggiustare, diciamo così, il computo dei giorni per celebrare la Pasqua. Fu stabilito convenzionalmente dai cosmografi dell’epoca che i giorni compresi tra il 5 e il 14 di ottobre del 1582 dovevano essere cancellati dal calendario e così dal 4 ottobre ci si risvegliò la mattina seguente il 15 dello stesso mese.

Il 1582 durò pertanto 10 giorni in meno: lasso di tempo questo che da Papa Gregorio XIII fu dichiarato non esistente. La riforma del calendario consentì di superare lo sfasamento, ritardo, tra il calendario giuliano – introdotto da Giulio Cesare nel 46 a.C., fino ad allora in uso – e il ciclo vero reale dell’anno solare. L’anno solare ha una durata di 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 46 secondi; il suo corso si misurava con le meridiane e non si è tenuto conto, per secoli, dello “scarto” così che l’equinozio di primavera era arrivato a cadere l’11 marzo, cioè 10 giorni prima di quanto previsto. Questo computo approssimativo influiva sulla data stabilita per la Pasqua, la Domenica successiva al primo plenilunio di primavera, non più in linea con il ciclo dell’anno solare.

Il Corpus Domini è collegato alla Pasqua in quanto connesso alla celebrazione della Pentecoste, dal greco che significa 50° giorno. Gli Ebrei la celebravano cinquanta giorni dopo la Pasqua ed era detta “festa della mietitura e dei primi frutti” o “festa delle Settimane”, perché veniva sette settimane dopo la Pasqua: era il ringraziamento a Dio per i frutti della terra e più tardi celebrava il ricordo del dono più grande fatto da Dio al popolo eletto, la promulgazione della Legge mosaica sul Monte Sinai. Nel rituale ebraico fulcro della festa era il pellegrinaggio di tutti gli uomini a Gerusalemme (come per Pasqua e la festa delle Capanne), l’astensione totale da qualsiasi lavoro, un’adunanza sacra e specifici sacrifici.

Urbano IV era stato arcidiacono a Liegi ed era presente all’indizione della Fête-Dieu da parte del vescovo Roberto de Thourotte nel 1246; la festa per il Santissimo Sacramento promossa dalla beata Giuliana de Cornillons per ricordare l’istituzione dell’eucaristia il Giovedì Santo, il Corpo e il Sangue donati da Gesù Cristo nelle specie del pane e del vino mentre era a cena con i suoi discepoli. Hugues de Saint-Cher, Ugone di Provenza, cardinale e tra i massimi teologi dello studium parigino (di cui furono allievi sia de Thourotte sia Jacques Pantaleon futuro Urbano IV) estese la festa alle Chiese germaniche, boeme, polacche, festa mobile collegata alla ricorrenza della Trinità e celebrata nell’ottava da questa.

Urbano IV, dopo l’elezione viterbese nel 1261 e un rapido passaggio montefiasconese, trasferì la Curia in Orvieto ove stabilì il Soglio di Pietro pro tempore (non andò infatti presso la sede lateranense per non cadere prigioniero di Manfredi). Qui cambiò il volto urbanistico della città avviando la costruzione di edifici necessari alla frenetica attività politica e diplomatica della corte pontificia, di chiese come San Domenico e Sant’Agostino e relativi conventi. Proprio a San Domenico, inaugurata il 1° maggio 1264, celebrò le esequie del cardinale Ugone di Provenza che lo aveva seguito nello studium orvietano dove era anche Tommaso D’Aquino.

Il 19 giugno di quell’anno celebrò la festa del Santissimo Sacramento come a Liegi, anche in memoria di Hugues de Saint-Cher. Fu la prima processione con l’ostia consacrata esposta ed adorata in pubblico, in deroga alle disposizioni di Innocenzo III circa il nascondimento delle ostie consacrate. Ad agosto, l’11, Urbano IV scriverà al Patriarcato di Gerusalemme (lui era patriarca quando fu eletto papa. L’8 settembre ne scriverà un’altra ad Eva a Liegi, compagna di Giuliana e alle Chiese germaniche) inviando la Bolla Transiturus data in Orvieto con l’istituzione e la promulgazione della solennità eucaristica del Corpus et Sanguis Domini da celebrarsi il giovedì; in ricordo del Giovedì Santo nello spirito di Giuliana a Liegi, dopo l’ottava di Pentecoste, la festa del grano che dà il pane e che Gesù Cristo spezzò e distribuì da mangiare ai suoi discepoli.

Orvieto Città del Corpus Domini ogni anno ha proposto, in occasione del Corpus Domini, la lettura della Bolla Transiturus nella Cappella del Corporale, con il Maestro Edoardo Siravo e con Andrea Brugnera, sulle note dei Maestri della Scuola comunale di musica e degli organisti del Duomo. Quest’anno, il Maestro Siravo, tra i fondatori di Orvieto Città del Corpus Domini, ne leggerà alcuni passi, con Gabriella Casali, a Sant’Andrea, giovedì 16 giugno. Orvieto Città del Corpus Domini augura Buon Corpus Domini e dona con l’occasione a tutti gli Orvietani e ai Pellegrini del Corporale del Miracolo di Bolsena che Orvieto, Città del Corpus Domini, custodisce nel Duomo, basilica e Giglio d’Oro delle cattedrali, la registrazione della Bolla Transiturus letta dal Maestro Siravo (anche disponibile su https://www.facebook.com/OrvietoCittadCorpusDomini).

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