di Danilo Stefani
Sembra che i Ventisette membri dell’Ue stiano dimenticando il sangue che scorre in Ucraina. Sanzioni sì, ma con calma e dei distinguo. Solo da dicembre (dell’anno in corso) entrerà a regime l’embargo di petrolio russo da parte dell’Unione Europea. Nessuno ha intenzione di versare davvero le “lacrime e sangue” evocate dal Churchill dei ‘tempi bui’.
Dal petrolio, passiamo agli ‘spiccioli’ (confiscati) agli oligarchi. Secondo un’inchiesta ben documentata del Washington Post, almeno 1.000 miliardi di dollari di ricchezza russa sono custoditi in compagnie offshore, in paradisi fiscali come le Bermuda, Cipro e le Isole Vergini britanniche. Putin, pur condannando – a parole – la prassi, secondo alcuni esperti ne avrebbe anch’esso approfittato. Ecco dove sono finite le famose sanzioni agli oligarchi russi. Al sicuro dalle sanzioni.
Tutto ciò inquieta e ci rende sempre più spettatori impotenti di un delirio mondiale collettivo. C’è solo una implicita rassicurazione: i russi non vogliono un conflitto atomico. Altrimenti tutte quelle ricchezze dove potrebbero poi spenderle, investirle e impegnarle una volta polverizzata la vita sulla terra? Certo che mantenendosi in vita, come la gramigna, potrebbero passare il tempo giocando a golf nel bunker dello Zar.
Infatti il mondo va avanti, la verginità è sempre più rara, e la Corte di Giustizia Ue ha dichiarato l’infrazione dell’Italia per il mancato rispetto, “sistematico e continuativo”, del valore del limite annuale fissato per il biossido d’azoto. Nessuno vi ha mai detto che vivete in una zona dove il biossido d’azoto è troppo alto e non sapete neanche cosa sia? Non importa.
Ecco come funziona in una parvenza di democrazia: chi sbaglia paga, perché le ‘armi chimiche’ sono sue e le usa inquinando in eccedenza l’aria. E nessun Putin deve toglierci l’ignorante e perversa soddisfazione di rovinarci l’ambiente da soli.