Per la Festa del Lavoro il messaggio è l’appello alla sicurezza
1.221 i morti sul lavoro nel 2021 (dati Inail), cui si aggiungono gli “ignoti” del lavoro in nero e sommerso. E non ci sono solo le morti: gli infortuni, le malattie professionali, condizioni non dignitose, sfruttamento, discriminazioni, caporalato, mancati diritti, ineguaglianze.
Le conseguenze della crisi economica gravano sui giovani, le donne, i disoccupati, i precari, in un quadro in cui alle difficoltà strutturali si aggiunge un peggioramento della qualità del lavoro. E il grido di questi nuovi poveri sale e non può restare inascoltato.
Papa Francesco ha indicato un preciso compito educativo e di tutela dei più deboli nel mondo del lavoro, che impegna la società civile e la comunità cristiana nell’Udienza del gennaio 2022: “Dobbiamo. domandarci che cosa possiamo fare per recuperare il valore del lavoro; e quale contributo, come Chiesa, possiamo dare affinché esso sia riscattato dalla logica del mero profitto e possa essere vissuto come diritto e dovere fondamentale della persona, che esprime e incrementa la sua dignità”.
I vescovi italiani raccogliendo quell’appello hanno diramato un messaggio nella festività di S.Giuseppe del 19 marzo, che si rinnova in occasione del 1 maggio.
“La Chiesa in Italia non può distogliere lo sguardo – si legge nel messaggio – dai contesti di elevato rischio per la salute e per la stessa vita alle quali sono esposti tanti lavoratori. I tanti, troppi, morti sul lavoro ce lo ricordano ogni giorno. È in discussione il valore dell’umano, l’unico capitale che sia vera ricchezza”.
Sulla scia di quanto la Chiesa che è in Italia ha fatto in occasione della Settimana Sociale di Taranto (ottobre 2021) è importante incoraggiare la condivisione di “buone pratiche” che in ambito imprenditoriale e amministrativo mostrino come coniugare non solo difesa dell’ambiente e protezione del lavoro, ma anche dignità e sicurezza”.
Documento: La vera ricchezza sono le persone