La poesia prova a dire “No alla guerra”. Lo fa a Parrano, piccolo centro dell’Alto Orvietano, con una due giorni di letture e incontri animati da una quindicina di protagonisti, in buona parte donne, dello scenario italiano contemporaneo. “Lingue mute. Poeti contro la guerra” è un’iniziativa dell’Amministrazione Comunale di Parrano in forma di residenza artistica da replicare nei prossimi anni. Il gruppo è coordinato da Luigia Sorrentino e Fabrizio Fantoni che, da anni, tirano le fila di una rete che fornisce linfa inesauribile alla scrittura in versi.
Linfa particolarmente preziosa in questi tempi di guerra che, nei giorni scorsi, hanno visto poeti ucraini e poeti russi nell’impossibilità di recitare i propri testi in uno stesso contesto, come è accaduto alla Casa della Poesia di Roma.
E allora sono stati i vari Annalisa Alleva, Alessandro Anil, Stefano Bottero, Alberto Bertoni, Gisella Blanco, Maria Borio, Alessandro Canzian, Claudio Damiani, Moira Egan, Laura Guadagnin, Paolo Fabrizio Iacuzzi, Franca Mancinelli, Sacha Piersanti, Umberto Piersanti, Laura Ricci e Luigia Sorrentino a trasformare in voce i versi del russo Sergej Gandlevskij e dell’ucraino Jurij Tarnavs’kyj che avevano dovuto dare forfait all’incontro nella Capitale.
Un incontro virtuale reso possibile dallo “spazio neutro” di un centro popolato da meno di 500 anime. Nella Chiesa di Santa Maria Assunta, messa a disposizione dalla parrocchia, non solo poeti e poetesse ma anche le scolaresche di Infanzia, Elementari, Medie e Superiori della zona preparatesi per settimane al cimento con la dimensione poetica, utile anche a lenire l’angustia provocata dal ritorno della guerra nel cuore d’Europa.