di Danilo Stefani
In conferenza stampa, il 6 aprile, Draghi ha dichiarato che l’Unione europea dovrebbe chiedersi se il prezzo del gas possa essere scambiato con la pace, e poi ha domandato “Cosa preferiamo? La pace, o stare tranquilli con l’aria condizionata accesa tutta l’estate?”. Una sfida a cui tutti dovremmo dare una risposta convinta.
L’impressione è che il premier parlasse anche al suo stesso governo. Infatti, mentre Marione Draghi cerca di tenere la barra diritta (chi meglio di questo ammiraglio?) ci sono movimenti e partiti che mirano, se non ad ammutinarsi, a creare sconquasso attraverso una ciurma ribollente che va cercando la spinta del vento più proficua per smarcarsi verso le elezioni del prossimo anno.
Intanto urge la questione del possibile embargo verso il petrolio e il gas russo, che trova ancora distanze tra i 27 dell’Ue, mentre di Bucha in Bucha Putin sta trasformando l’Ucraina in un immenso cratere dell’orrore. Ovvio, negando tutto. Le bombe e i missili non vengono dai russi; gli ucraini si stanno suicidando. Si torturano e si sparano da soli. Questa grottesca propaganda e censura russa, ricorda “Le anime morte” di Nikolaj Gogol (scrittore ucraino, seppur scrivesse in russo): il capolavoro della letteratura russa del 1842, cui la censura zarista provvide a far cambiare il titolo, perché “se sono anime non possono morire”. (Invece le ‘anime’ di Gogol potevano morire, eccome, perché erano i servi della gleba maschi, e venivano chiamati proprio così, ‘anime’).
È necessario non far morire la nostra anima arrendendoci a Putin e alla sua accozzaglia di assassini; perché saremmo tutti servi della gleba come le “anime” di Gogol, delle povere anime. Perciò scegliere la pace (e non l’aria condizionata) dovrebbe essere facile, ma non lo sarà. Ricordiamoci che “se possediamo un’anima non possiamo morire”. Il Papa e lo zar Nicola I si troverebbero (quasi) sulla stessa linea di fede.