“L’ennesima ed unidirezionale decisione della nostra Amministrazione Comunale ci intristisce profondamente, ci etichetta come una comunità incapace di far funzionare e mettere a reddito con le proprie forze e professionalità, un potenziale di richiamo culturale, turistico, occupazionale che altri pagherebbero per detenere. Di certo, la scelta non ci stupisce.
E’ un canovaccio ormai usuale, facciamo fare ad altri quello che potremmo fare noi. Non interessa come risolvere il problema, è sufficiente che vada tra le cose fatte da mettere in archivio, come la discarica, archiviata fino al 2030 almeno; come il Distretto sanitario, ceduto senza fiatare, e via cantando.
In questo caso non è importante, se le attività produrranno o meno posti di lavoro per i nostri concittadini o se gli occupati saranno garantiti da contratti di lavoro onesti; e se infine l’utile ottenibile, che di fatto è l’unico parametro che indurrà un imprenditore a presentare l’offerta, poteva o meno essere capitalizzato e destinato in modo più mirato da chi si è insediato in Comune per mettersi al nostro servizio.
Non ci consola per niente, sentire la prima cittadina affermare che comunque, le redini delle decisioni saranno saldamente nelle sue mani. Non si tratta di direzione artistica di un teatro, di avallare un piano di eventi per rivitalizzare il Palazzo del Popolo, non si tratta neanche del contentino della vendita di prodotti locali e souvenir, per arricchire e rendere più appetitoso il servizio di informazione e promozione turistica.
Si tratta molto più semplicemente di farsi poco carico delle esigenze concrete della comunità, di non avere nessuna visione chiara del futuro di questa realtà, nessuna rotta da percorrere e di conseguenza, tra onda e onda, accontentarsi di rigettare a mare l’acqua che nel frattempo imbarchiamo, sperando solo che il mare si calmi. Verremo puntualmente smentiti, ma questo è classico, ci siamo abituati!
Ci diranno che siamo disfattisti, contrari solo per opposta posizione politica e che invece grazie a questa Amministrazione il Teatro tornerà a funzionare, così pure il Palazzo del Capitano del Popolo ed il turismo poi, andrà a gonfie vele. Se provassimo a dare per vero, e non lo è, che attraverso questa metodologia si risolvono, e tutti insieme, i problemi del teatro, del Palazzo del Capitano del Popolo e della promozione turistica, almeno alcune domande dovremmo porcele:
• Se le linee guida in termini di qualità dell’offerta del Teatro e Palazzo Congressi e gli indirizzi programmatici della promozione turistica, rimangono in capo al Comune e sono vincolanti per l’esercizio della concessione, quindi impongono al gestore attività precise e costi da sostenere sui quali non ha discrezionalità, il valore aggiunto di una gestione diversa da quella diretta, risiede solo nella incapacità di costruire ed amministrare al meglio una struttura operativa e funzionale, i cui contenuti professionali riteniamo essere sicuramente reperibili in casa nostra a costi analoghi e comunque non certo superiori.
• Ai vincoli da rispettare dovranno corrispondere equivalenti margini che verranno dati al gestore per garantirgli l’utile che si aspetta, perché appare logico che da imprenditore e non da benefattore, subordinerà l’offerta alle condizioni operative ed ai guadagni attesi, e non certo a opere pie da compiere.
• Esulando dall’esclusiva ricerca di quadrature economiche che tanta enfasi sembrano dare alla giunta, riteniamo che rivitalizzare fonti fondamentali per arte, cultura, aggregazione sociale e didattica, quali Teatro e Palazzo dei Congressi, presenti una valenza primaria e non certo misurabile in euro.
• Avere assunto il ruolo di manager ed avere concentrato in un solo bando, non solo la concessione, bensì la continuità funzionale del patrimonio di cui sopra, equivale ad accettare il rischio che di fronte ad un possibile inadempienza, del gestore, la città si troverebbe di colpo, non al punto di partenza, ma addirittura non in grado di mantenere in piedi la funzionalità non di una, ma di tutte le strutture comprese nell’affidamento.
• Il fiore all’occhiello di questa Amministrazione, si evince dalla semplicità, con cui in un solo colpo, ha inteso risolvere anche un altro problema, dopo che per anni, numerosi piccoli produttori locali di eccellenze uniche di questo territorio, aggregati in varie associazioni, quelli che per capirci non vanno sui giornali o in televisione, hanno ripetutamente e invano richiesto; eventi promossi dal Comune, spazi coperti per esercitare ricorrentemente la vendita diretta dei loro prodotti, senza intermediari che vivono alle loro spalle ricaricando i prezzi fino a raddoppiarli. A pieno accoglimento delle reiterate istanze, il Comune è intervenuto, citiamo testualmente da fonte municipale, la soluzione elementare a cui nessuno aveva pensato: …il front office sarà potenziato con una serie di attività aggiuntive di co-promozione e co-marketing. Tra questi la prenotazione dei servizi turistici, la vendita di prodotti che valorizzano le eccellenze del territorio…
Potremo criticare tutto, non certo l’efficienza, la lungimiranza e la tempestività di questa Amministrazione. Confidando proprio in questa spiccata dote, ci permettiamo una domanda: se gli altri lo possono fare meglio ed a costi più bassi per i cittadini, perché non provare a dare in appalto anche l’amministrazione del nostro comune?”.
Fonte: Segreteria Federazione PCI Orvieto