Il recente riconoscimento da parte della Regione Lazio dei tre biodistretti viterbesi (lo storico BD della Via Amerina e delle Forre e i neonati Biodistretto Lago di Bolsena e Biodistretto della Maremma Etrusca e dei Monti della Tolfa) vede oltre la metà dei municipi della Provincia di Viterbo aderire ad un’alleanza che, partita dalle aziende agricole biologiche e multifunzionali, coinvolge tutte le componenti della società civile verso un comune obiettivo: diffondere benessere ed equità sociale attraverso un uso sostenibile del territorio, basato su un’agricoltura volutamente agroecologica e attenta a fornire i servizi ecosistemici essenziali per le comunità.
Tra le finalità che ci si pone vi è quella di “promuovere e sostenere l’agricoltura sociale”, come indicato al primo articolo della legge regionale sui biodistretti n.11/2019. Tale finalità si inscrive nel più ampio obiettivo di promuovere inclusione sociale, priorità del PSR 2014-20 del Lazio, e più in generale della strategia di sviluppo nazionale, come anche ribadito nel recente Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza in cui rappresenta uno dei tre assi strategici e priorità trasversali (pag. 13 del PNRR, versione 27.4.2021). In particolare, con la creazione di un biodistretto si intende realizzare un modello di sviluppo sostenibile e compatibile con le caratteristiche del territorio, ivi inclusi i bisogni di coesione, inclusione e solidarietà della comunità che sul territorio vive. L’agricoltura sociale rappresenta una componente centrale di tale modello, sposandosi felicemente con i principi fondamentali dell’agricoltura biologica: benessere, ecologia, equità e precauzione, ovvero le quattro prerogative intrinseche delle realtà produttive contestuali ad un biodistretto.
Nello specifico, il quadro relativo alle iniziative di agricoltura sociale che insistono nelle realtà territoriali del Biodistretto Lago di Bolsena si configura sin da oggi come piuttosto vivace, presentando diverse realtà impegnate attivamente in progetti a finalità sociale sia di natura inclusiva che terapeutico-riabilitativa; un quadro, questo, perfettamente in linea con gli obiettivi di coordinamento e rafforzamento delle iniziative di agricoltura sociale in seno al suo territorio, in modo da rendere effettive le molteplici aspettative verso la valorizzazione dei beni comuni e verso la realizzazione di una società inclusiva, equa e rispettosa delle proprie risorse sociali ed ambientali.
È questo il contesto di riferimento in cui si inserisce il progetto “La Dogana” Comunità solidali 2020 DD n. G14743 del 01.12.2020, attualmente in corso grazie ad un accordo di programma sottoscritto tra il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e la Regione Lazio. Partendo dalla millenaria vocazione contadina della Tuscia e dalle pregresse esperienze di agricoltura sociale, con La Dogana si vuole perfezionare e “sdoganare” la formazione e la capacità professionale di persone in condizione di fragilità, consolidando la sinergia fra Aziende Agricole e terzo settore. Il progetto, gestito dalla Organizzazione di Volontariato Amici di Galiana, associazione aderente al Biodistretto Lago di Bolsena, ha un duplice traguardo: da una parte la formazione agrotecnica finalizzata a costruire capacità professionali; dall’altra la socializzazione, atta a creare sodalizi interpersonali e momenti di scambio esperienziale.
La recente presentazione del progetto (Viterbo, Centro Culturale di Valle Faul, 18 marzo 2022), a testimonianza dell’interesse dedicato dagli amministratori territoriali e dal mondo accademico al tema dell’agricoltura sociale, ha visto la partecipazione dell’Assessore Regionale alle Politiche Sociali Alessandra Troncarelli, del Dirigente ASL di Viterbo Marco Marcelli, del Coordinatore dei Servizi Sociali del Comune di Viterbo Pierangelo Conti, del Prof. Saverio Senni titolare degli insegnamenti Fondamenti di Economia Agraria e Economia e politica dello sviluppo rurale presso il Dipartimento DAFNE dell’Università degli Studi della Tuscia e della Docente in Progettazione Sociale dell’Università Politecnica delle Marche Carla Moretti. Cinque le Aziende Agricole coinvolte direttamente nel progetto: Il Mondo di Gina, Az. Marco Sciarpa, La Moneghina, Az. Luigi Favale, Az. Giuliobello; tuttavia, sono una cinquantina le realtà di filiera con le quali i fruitori del progetto interagiscono, generando sinergie tra capacità ed esperienze e, infine, valore aggiunto.
Importanti gli insegnamenti da “portare a casa” disseminati nell’incontro, a partire dalla narrazione diretta dei giovani uomini e donne disabili coinvolti nel progetto di perfezionamento delle capacità professionali in agricoltura: il trovare una motivazione al partecipare e al fare e, al contempo, un’identità sociale; la costituzione di un sodalizio tra amici e compagni di intenti; il partecipare alle sfide della vita lavorativa, traendo la forza necessaria dal sodalizio stesso, luogo dove condividere problemi e soluzioni. Graziella Fiorucci, Presidente Amici di Galiana e coordinatrice di La Dogana, evidenzia le enormi sinergie tra l’offerta lavorativa verso il disabile adulto e la complessità delle filiere agroalimentari della Tuscia. Questo facilita molto gli orientamenti formativi sulla base delle abilità precipue di ciascuno.
Forte l’impegno messo in campo dalla ASL di Viterbo, Tutela Salute Mentale Riabilitazione Età Evolutiva (TSMREE), Direttore dott. Marco Marcelli, così come dai Servizi Sociali, Comune di Viterbo, sotto il coordinamento di Pierangelo Conti. Ma è Alessandra TroncarelIi, Assessore alle Politiche Sociali, Welfare, Beni Comuni e ASP (Azienda Pubblica di Servizi alla Persona) Regione Lazio, che mette in chiaro la strategia di lungo respiro del suo Assessorato: una strategia di continuità temporale nell’impegno assicurato dalla Regione verso questi progetti formativi; fine ultimo la creazione di veri posti di lavoro a coronamento degli sforzi formativi ed inclusivi; e qui l’Assessora nulla fa per celare l’orgoglio di una primazia inter Italiae regiones.
Emerge anche, in seno all’evento, la base teorico-scientifica assicurata alle pratiche di agricoltura sociale sul territorio da parte di un interesse accademico incarnato, presso l’Università degli Studi della Tuscia, da Saverio Senni e dalle sue collaborazioni, incluse quelle coll’Università Politecnica delle Marche. Il territorio e i progetti che vi si attuano acquistano, così, una dimensione sperimentale, veri laboratori di progettazione sociale ed economica. La Dogana diventa, anche, oggetto di studio per un dottorato di ricerca che analizzerà il bilancio dei costi e benefici delle pratiche agro-sociali; ipotesi di lavoro: comprovarne la sostenibilità economica così come il pieno diritto al rango di attività di agricoltura sociale, in attuazione di quanto disposto dalla Legge 141/2015.
È proprio questa la dimensione laboratoriale, rimarca Marco Lauteri, Vice-Presidente del Biodistretto Lago di Bolsena, nella sua riflessione finale a chiosa degli interventi ascoltati, che il Biodistretto deve supportare attraverso le sue reti aziendali sulla filiera dell’agricoltura biologica. È attraverso queste ricerche che la propensione multifunzionale delle reti socioeconomiche e socioecologiche del territorio deve comprovare la propria collocazione nella generazione di processi non solo sostenibili, ma anche eticamente nobili.
L’incontro è finito letteralmente … a tarallucci e vino! Gli ampi spazi messi a disposizione dal Centro Culturale di Valle Faul hanno permesso la degustazione di deliziosi prodotti biologici del Biodistretto Lago di Bolsena, forniti dalla Fattoria Capobianco e dall’Azienda il Circolo, entrambe di Montefiascone, e dalla Cooperativa Orto in cooperazione con la casa circondariale di Viterbo. Vivace anche il gruppo di acquisto solidale organizzato direttamente da Amici di Galiana con i prodotti orticoli del progetto La Dogana.
Marco Lauteri
Primo Ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto di Ricerca sugli Ecosistemi Terrestri, Porano (TR)
Vice-Presidente del Biodistretto Lago di Bolsena, Gradoli (VT)