di Danilo Stefani
Al di là degli effetti televisivi così gaudenti ed euforici nello scrosciare degli applausi, con il timbro di Draghi a certificare che l’Italia sta con l’Ucraina e con l’“eroe” Zelensky – in collegamento su maxi schermo – le assenze in Aula vanno giustificate dopo un mese di orribile guerra?
Seneca scriveva che “Per fare ciò che si vuole, bisogna essere re o stupidi”. Oppure si può fare quello che si vuole anche solo essendo parlamentari, in particolare italiani. Era un loro diritto disertare l’incontro con Zelensky e lo hanno esercitato, persino giustificandosi, colti dal salto della Mosca al naso: “Perché Putin non è dittatore, non ha obbligato nessuno a vaccinarsi” (c’entra come il cavolo a merenda), “Non è detto che lo zar sia così cattivo” (in effetti…), “E’ stato provocato” (come?), “Era giusto invitare anche la controparte” (quale? quella che nega di essere un Paese aggressore?) poi si legge su Telegram il messaggio della senatrice del Gruppo Misto Laura Granato , che batte tutti: “Io sto con Putin. Che conduce un’importante battaglia per la Russia e per tutti noi, contro l’agenda globalista che gli Stati Uniti e l’Unione europea vogliono imporre”.
Ma quel “per tutti noi”? Noi, chi?
Noi che amiamo Putin e vorremmo vivere in Russia, lì dove regna la democrazia? In fondo cosa sono 15 anni di carcere per “diffondere notizie non veritiere”? Ed essere arrestati anche manifestando esponendo un cartello bianco? Vorrà dire che scriveremmo qualcosa in carcere. “Le mie prigioni” in russo.
Prima di partire per Mosca, due conti – approssimativi – perché questi parlamentari sono anche difficili da contare. Erano presenti in circa 580, ma in totale sono 945. Più di trecento assenze, pur tenendo conto di una ventina di casi Covid. Giudichino gli elettori.
Muore, però, la parola “dignità”; così cara a Mattarella. Forse quella parola non vale migliaia di morti e milioni di sofferenze. Forse vale solo l’applauso di uno stipendio incollato tra le mani. Niente di nuovo sotto il sole, né all’ombra tetra di Montecitorio.