Sullo sfondo della splendida sala Urbani all’Opera del Duomo, si è svolto l’incontro di Nova Civitas su ‘Amicizia e Politica. Utopia o possibilità?’ che rientra nel ciclo di incontri dedicato all’amicizia coniugata in vari campi e aspetti. Relatore ospite della serata il politico e docente Ernesto Preziosi, fondatore dell’associazione Argomenti 2000 che ha come sottotitolo proprio un concetto che sembra un ossimoro: amicizia politica.
“Le relazioni improntate sull’amicizia stanno soffrendo difficoltà non indifferenti a livello individuale e sociale” ha affermato Suor Maria Luisa Gatto del coordinamento del progetto formativo ispirato alla dottrina sociale ad apertura della serata. Una crisi che si manifesta anche più forte a livello politico, lo vediamo nel terribile conflitto che viviamo in questi giorni.
Dov’è tuo fratello?
Per i cristiani allora diventa una sfida fondamentale tornare ad occuparsi del bene pubblico dopo anni in cui c’è stato uno distacco e un progressivo disinteressamento verso la politica. Forte su questo punto l’appello di Ernesto Preziosi, politico, docente e fondatore dell’associazione di amicizia politica Argomenti 2000, che ha sottolineato come la necessità di impegno politico per i cristiani non è una scelta, ma un dovere che deriva dallo stesso Battesimo che ci rende figli e fratelli, e che risponde alla domanda che Dio fa a Caino nella Genesi: dov’è tuo fratello?. Caino, che nega la fraternità e la responsabilità sociale, risponde: non lo so, sono forse io il custode di mio fratello?. Ma oggi la risposta dei credenti a quella stessa deve essere un ‘sì, sono io il custode degli altri’ e non solo di chi vive il presente, ma anche delle generazioni future. Noi oggi abbiamo la responsabilità di garantire anche a chi verrà risorse, pace, convivenza. Tutto questo riguarda la politica ed è riconducibile a quella diversa risposta che diamo a Dio.
La strada è tracciata fortemente dal magistero della Chiesa, citatissima l’enciclica Fratelli Tutti (leggila qui: https://bit.ly/34EOfdH) in cui Papa Francesco rifonda l’impegno politico dei credenti. Non si può vivere in un mondo privo di progetti validi, in cui vince l’interesse del singolo e una società dello scarto. La Fratelli Tutti detta una rotta comune per coniugare globalizzazione e progresso, ci suggerisce uno stile preciso che deriva dall’amore e che porta alla buona politica, in cui vige una visione di generosità che diventa generativa di tempo, energie, risorse.
Come fare?
Dopo la fine della prima repubblica, in cui i partiti di ispirazione politica sono venuti meno, non è importante oggi rifondare un partito come quello che è stato nel dopoguerra, la Democrazia Cristiana. L’antidoto alle crisi e ai populismi che parlano alla ‘pancia’ della gente può essere invece l’amicizia, che rappresenta la bussola che deve guidarci a fare ‘BUONA POLITICA‘ che contrasti l’attuale frammentarietà per cui ognuno finisce a guardare il proprio piccolo interesse e a ‘fare parte per se stesso’.
L’amicizia rappresenta un valore, ma anche un metodo che crea dialogo e un confronto leale. E’ un principio di derivazione aristotelica, superiore, secondo questo pensiero, alla stessa giustizia perchè, se attuata, porta ad una società in cui l’uomo è ‘felice’. Se la politica si fonda sull’amicizia e sul dialogo non è ‘divisiva’, come spesso si ritiene, ma costruttiva. Oggi il mondo politico vive una lunga transizione che sta mettendo in pericolo le democrazie. L’antidoto può nascere all’interno delle stesse comunità parrocchiali dove però è necessario tornare a parlare di politica.
Tre i punti che tracciano un possibile percorso:
Il primo punto è intraecclesiale. Nelle liturgie domenicali è necessario spronare e formare i credenti all’impegno politico, il Signore si è incarnato e ci ha salvato non come singoli, ma come popolo. Il testo guida per un cristiano è infatti il Discorso della Montagna.
Il secondo punto è culturale: è necessario parlare, dialogare anche con chi ha posizioni diverse dalle nostre specialmente sui grandi temi della vita attraverso una mediazione culturale, cercando di illuminare le coscienze.
Il terzo è partitico: è necessario, infatti, entrare nei tavoli dove i valori e i principi diventano norme, leggi, altrimenti si rimane nel campo delle idee che non vengono mai messe in pratica.
E i cristiani, che progetto vogliono portare avanti?
È venuta meno la matrice su cui tutti i partiti nel passato basavano il proprio consenso e che vedeva programmi politici che concretizzavano i principi condivisi, discussi con le persone nei circoli, per le strade, nei territori. Oggi è rimasto solo il consenso mediatico di leader che non parlano più con la gente, ma cercano seguaci sui social o nei talk show televisivi.
Bisogna avere il coraggio di tornare a mettersi in gioco sperimentare forme, soluzioni che non siano semplici cambiamenti di regole, ma che riportino processi democratici di partecipazione e condivisione. I cristiani non devono semplicemente difendere i valori, non sono mercenari chiamati a difesa, ma portare al dialogo anche chi non è d’accordo, in questo l’amicizia è un collante fortissimo di convergenza e democrazia. Traducendo laicamente con il termine ‘amicizia’ la fraternità, hanno allora il compito di porsi al servizio del bene comune, della res pubblica. Investire sull’amicizia politica può spezzare l’incantesimo di un politica avvolta su se stessa. Tornando a collegarsi con le persone, partecipando a tavoli, rinunciando al personalismo. “Da credenti possiamo dare un contributo sulle soluzioni, facendo vedere che ci si prende carico non di se stessi ma del Paese. Potrebbe partire anche da qui un grande risveglio per la politica nazionale”.
L’incontro completo è disponibile sulla pagine Facebook di Nova Civitas: https://www.facebook.com/groups/novacivitas
Per approfondire: Cattolici e presenza politica. La storia, l’attualità, la spinta morale dell’Appello ai «liberi e forti» Condividi, di Ernesto Preziosi, Scholè, 2020
Prossimo appuntamento il 26 marzo.
Per informazioni: g.mluisa@smr.it / cell. 3420878304