La Quaresima 2022 cade quest’anno in un tempo in cui gli effetti economici e sociali della pandemia si sommano con l’immensa tragedia della guerra in Ucraina, che tocca il cuore e l’identità dell’intera Europa. Ciò nonostante, è un’ulteriore occasione propizia per rinnovare la fiducia nel Dio della pace, per crescere nella fede e nella carità.
Per questo, la Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana ha ascoltato a Firenze le testimonianze dei responsabili di Caritas Ucraina (Chiesa greco-cattolica) e Caritas Spes (Chiesa latina). “C’è un grande bisogno di unità e sostegno – ha detto don Vyacheslav Grynevych, direttore della Caritas Spes –, di sentire che non siamo soli, che l’umanità è una grande famiglia e che il Signore è vicino e vede il sonno inquieto degli uomini, la preoccupazione delle madri, ascolta le preghiere degli anziani e il Suo cuore palpita all’unisono con i nostri cuori”.
In questo momento difficile, ha aggiunto Tetiana Stawnychy, presidente di Caritas Ucraina, “abbiamo bisogno della vostra solidarietà e delle vostre preghiere, del vostro sostegno per avere la possibilità di rispondere alla crisi umanitaria e assistere le persone colpite dalla guerra”.
A fronte di queste drammatiche testimonianze, i Vescovi italiani rinnovano l’appello affinché “si depongano subito le armi e si promuova ogni azione a favore della pace. L’esperienza vissuta a Firenze indica un percorso condiviso: attraverso l’ascolto e il dialogo, è possibile superare ogni motivo di conflitto e costruire ponti di pace. Allo stesso tempo, la Presidenza della CEI chiede a tutte Chiese che sono in Italia di unirsi in una corale preghiera per la pace e di aderire alla Giornata di digiuno indetta da Papa Francesco per mercoledì 2 marzo, Mercoledì delle Ceneri”.
Caritas italiana, cercando di esprimere concretamente la vicinanza delle Comunità ecclesiali italiane alle sorelle e ai fratelli ucraini, fa sue le parole di Papa Francesco: “La pace è insieme dono dall’alto e frutto di un impegno condiviso. C’è, infatti, una ‘architettura’ della pace, dove intervengono le diverse istituzioni della società, e c’è un ‘artigianato’ della pace che coinvolge ognuno di noi in prima persona. Tutti possono collaborare a edificare un mondo più pacifico: a partire dal proprio cuore e dalle relazioni in famiglia, nella società e con l’ambiente, fino ai rapporti fra i popoli e fra gli Stati”.
In questa fase è importante non disperdere le azioni ma seguire le indicazioni di Caritas Italiana anche in base all’evoluzione della situazione. Caritas Italiana è infatti in costante collegamento con le Caritas in Ucraina, Inoltre, a fianco e a supporto delle Caritas dei Paesi confinanti, si adopera per l’accoglienza delle persone in fuga dalla guerra, stimando che nei prossimi giorni tra uno e cinque milioni di ucraini potrebbero cercare rifugio in Europa.
Concretamente, dunque, queste le prime indicazioni della Caritas diocesana per le nostre Comunità:
Lo strumento principale è il sostegno alla raccolta fondi nazionale per supportare la Caritas Ucraina e quella dei Paesi confinanti per l’accoglienza dei profughi, secondo le modalità riportate in fondo alla pagina. Caritas Italiana, per ora, non reputa opportuno raccogliere vestiario o generi alimentari.
Eventuale sostegno ad iniziative locali promosse anche da associazioni o persone ucraine residenti nei nostri territori.
È necessario sostenere l’accoglienza degli sfollati e delle persone in transito; la definizione di Corridoi umanitari non è appropriata perché non vi sono restrizioni alla libertà di movimento. Di fatto, già avvengono arrivi spontanei tramite famiglie ucraine che vivono in Italia. Anche se i più si fermano nei paesi confinanti, con la speranza di rientrare prima possibile. La Caritas diocesana per questo è pronta a promuovere la riapertura dei Centri di accoglienza (CAS) chiusi nel recente passato. Oltre a ciò, come comunque già sta avvenendo, occorre sensibilizzare la generosità delle famiglie italiane che possono a mettere a disposizione case o appartamenti vuoti. In entrambi i casi occorre raccomandare di fare molta attenzione a due aspetti (senza farci scoraggiare):
Permanenza regolare: occorre informare le prefetture per attivare quanto previsto dalla direttiva 55/2001 con la possibilità di riconoscere un permesso di soggiorno temporaneo della validità di 6 mesi, al fine di rimanere sul territorio italiano regolarmente oltre ai 90 giorni iniziali dal momento dell’arrivo in Italia. Dopo 90 giorni, altrimenti, saranno considerati clandestini o irregolari.
Situazione sanitaria, con attenzione a quanto previsto per la prevenzione del Covid (l’Ucraina è tra le nazioni con meno vaccinazioni). Si consiglia di predisporre: tamponi, verifica dello stato vaccinale e una quarantena di 5 giorni per i cittadini senza green pass. In futuro potrà profilarsi anche il problema dei minori e dei bambini che per ora sono stati accolti da orfanotrofi e case-famiglia.
Marcello Rinaldi,
direttore Caritas
È possibile sostenere gli interventi di Caritas Italiana (Via Aurelia 796 – 00165 Roma), utilizzando il conto corrente postale n. 347013, o bonifico bancario (causale “Europa/Ucraina”) tramite:
• Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma –Iban: IT24 C050 1803 2000 0001 3331 111
• Banca Intesa Sanpaolo, Fil. Accentrata Ter S, Roma – Iban: IT66 W030 6909 6061 0000 0012 474
• Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013
• UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119