Una ventina di giorni orsono l’Assemblea dei Sindaci dell’Ambito Sociale n. 12 ha esaminato il Piano sanitario regionale 2021-2025 preadottato dalla Giunta regionale e, tra deboli auspici ed improbabili opposizioni, sollecita tra l’altro la creazione della Casa di Comunità (la vecchia Casa della salute) nella sede dell’ex ospedale, in piazza Duomo ad Orvieto.
A piè di pagina il comunicato, peraltro non comunicato a nessuno e assente perfino dalla ricchissima raccolta delle news del Comune di Orvieto, Comune capofila dell’Assemblea. Un documento classico per fare senza far sapere, utile per lincarlo secondo necessità e secondo l’andazzo delle cose.
La decisione sciagurata, che impegna la struttura dell’ex ospedale per realizzare la Casa di Comunità, che deve assistere migliaia di persone bisognose di sostegno sanitario provenienti da tutto l‘Orvietano, riteniamo che sia totalmente sbagliata, in grado di inficiare lo sviluppo armonico del turismo e dell’economia complessiva del centro storico orvietano e il funzionamento della stessa casa di Comunità.
Si attappa il buco aperto dalla mancata vendita dell’ex ospedale da parte della Regione e si apre una falla enorme, perché l’ex mensa della Piave, destinata a casa della salute con tanto di finanziamento e convenzione tra enti e già dal 2017 oggetto di progettazione per la destinazione sanitaria, sarà di nuovo senza finalizzazione, almeno per quel che sappiamo noi e la quasi totalità dei cittadini.
Una decisione che riorganizza robustamente il centro storico di Orvieto e sacrifica trentaquarantamila utenti della Casa di Comunità richiede almeno il coinvolgimento dei cittadini, che nessun Sindaco ha effettuato. Sia il Sindaco di Orvieto, città che brucia uno dei suoi immobili più pregevoli, sia quelli del comprensorio, che costringeranno i propri cittadini a cercare servizi alla salute nel luogo di Orvieto più difficile da raggiungere e dove è impossibile trovare sosta, come insegna la storia del vecchio ospedale.
Siamo già intervenuti sull’argomento ed abbiamo riscontrato la freddezza ed il disinteresse degli operatori economici orvietani. Chi dovesse pensare che la Casa di Comunità, dove non si va per diporto ma per prevenzione o malattia, possa costituire lo stimolo ad acquisti nei negozi del Centrostorico, ci sembra decisamente fuori strada, senza visione di un possibile futuro economico di Orvieto, attaccato alla canna del gas pensando che sia ossigeno.
L’augurio, a questo punto, dopo la decisione dei Sindaci, è che i tecnici regionali si rendano conto dell’incongruenza della scelta dell’ex ospedale con la Casa di Comunità ed esercitino quindi il loro ruolo di assistenza a questi politici politicanti, che si muovono pochissimo ma quando lo fanno risultano forieri di vere e proprie disgrazie.
Fonte: PrometeOrvieto
Di seguito si riporta il documento dell’assemblea dei sindaci
L’assemblea dei Sindaci dell’Ambito Sociale n. 12, esaminato il Piano sanitario regionale 2021-2025 preadottato dalla giunta regionale:
– Esprime la contrarietà all’accorpamento del Distretto di Orvieto con il distretto TerniAmelia e propone il mantenimento del Distretto in deroga alla normativa considerata la collocazione geografica e la composizione anagrafica della popolazione di riferimento del territorio orvietano. Il Distretto deve essere infatti una realtà fortemente legata alla comunità locale e ai luoghi di vita dei cittadini e l’accorpamento previsto dal piano provocherebbe ulteriori distanze dai centri decisionali di un territorio già gravemente e progressivamente depotenziato nei servizi. Altre eventualità non potranno prescindere In ogni caso dalla necessaria previsione di una struttura territoriale con organico adeguato alla gestione e alla erogazione dei servizi sanitari;
– Chiede di definire un progetto concreto di rilancio dell’ospedale “Santa Maria della Stella”di Orvieto che deve essere messo nelle condizioni di assolvere pienamente alla funzione di emergenza-urgenza che gli è stata assegnata nella rete regionale e che non può derogare dal rispetto dei modelli organizzativi per i presidi sede di Dea di I livello come stabilito dai decreti ministeriali. Si ritengono altresì necessari, oltre quelli già effettuati e programmati, investimenti in termini strutturali, di risorse umane e di strumentazioni per la riqualificazione
di ogni reparto.
– Sollecita il potenziamento della medicina del territorio con la realizzazione della Casa di comunità prevista presso la sede dell’ex ospedale di Orvieto di proprietà della Usl Umbria 2, la piena operatività di quelle esistenti (Fabro), e il diurno per anziani non autosufficienti a servizio dei Comuni dell’Alto Orvietano nel Comune di Ficulle.
– Sollecita il potenziamento del Servizio di continuità assistenziale oggi in via di ridimensionamento a causa della mancanza di medici e la piena ripresa delle attività per i Punti di Erogazione Servizi (PES) presenti sul territorio del Distretto (Monterubiaglio e Civitella).








