“Se c’è un settore in cui il Covid non poteva e non doveva comportare tagli, questo settore è la Sanità. E invece noi orvietani, contro ogni logica, contro ogni etica, contro ogni regola di buon senso, in questi anni di emergenza sanitaria abbiamo assistito al sistematico depotenziamento dell’Ospedale e di tutti i servizi ad esso collegati”.
A scriverlo è Cristina Croce, consigliera comunale, capogruppo di Siamo Orvieto, che in un comunicato diffuso nel pomeriggio del 4 febbraio, attacca senza mezzi termini il nuovo piano sanitario regionale, chiamando al contempo in causa Roberta Tardani.
“Per fare una visita, un esame, un controllo, bisogna attendere molto e viaggiare ancora di più. Nel frattempo, la Regione guidata dalla destra, ha preadottato il nuovo piano sanitario che fa letteralmente a pezzi la sanità regionale e al quale si stanno praticamente opponendo tutti i territori, da ultimo anche l’Università di Perugia che l’ha praticamente bocciato chiedendone una sostanziale revisione perché il documento conterrebbe una serie di
obiettivi generali e ambiziosi ma sarebbe gravemente carente di specificità in grado di evidenziare come e con quali mezzi certi obiettivi andrebbero raggiunti: un libro dei sogni insomma!
Nel piano viene, tra l’altro, presentata una riorganizzazione dei distretti sociosanitari riducendoli dagli attuali 12 a 5, con la soppressione di quello di Orvieto: un taglio che risponde a logiche di accentramento del tutto in contrasto con le necessità di rafforzamento della medicina territoriale e che nel nostro territorio penalizzerebbe gravemente l’accessibilità dei servizi già fortemente in crisi.
La nostra Sindaca non fa che ripetere che va tutto bene, lanciando ogni tanto qua e là qualche comunicato buono solo per salvare la faccia, ma quali iniziative intende intraprendere? Si rende conto di quale destino attende la nostra Sanità? Intendiamo, già dalle prossime settimane, promuovere un dibattito serio
e costruttivo sia in sede istituzionale che in città, tra le persone che vivono sulla propria pelle le inadeguatezze di una gestione che sta puntando tutto sulla sanità privata a discapito di quella pubblica”, conclude la Croce.