di Roberto Pace
Vittorugo carissimo
Confesso di trovare difficoltà a identificarti nel cugino, amico, fratello maggiore o nella persona con un cuore così grande che di più non si può. Ritengo, però, che per me come per tanti altri sia stato un tutt’uno, rapporto di parentela a parte.
Conoscevi e apprezzavi la vita come pochi. Eri già grande fin dalla tenera età, capo famiglia per la prematura scomparsa di Galliano con sorella, fratello e mamma che ti vedevano già quale punto di riferimento.
Eri e sempre rimasto attaccato al Tamburino, da dove, scendendo per la selciata, a piedi, iniziasti il primo lavoro “da maschietto” nell’Azienda Fiorenzi Enrico. Anni difficili, trascorsi, sempre, con quel sorriso ottimistico, la battuta pronta e tanta voglia di imparare. L’Azienda ti apprezzava e continuò a stimarti dopo il grande passo: metterti in proprio, in via Pertusa, lavando, sempre con meticolosa attenzione, macchine e macchine.
Il tuo faccione ispirava fiducia, le tue battute, sempre pronte, producevano ottimismo, eri caparbio quanto attento a fare di ogni colloquio con acquirenti e conoscenti un’inesauribile fonte di esperienza. Il tuo vissuto ti permetteva di affrontare e risolvere i problemi non solo aziendali ma anche del prossimo.
Eri già tifoso della Viola, supporter e sostenitore dell’USO, società alla quale, nel corso di tanti anni, hai dedicato tempo, passione e supporti tangibile specie nei casi in cui la barca era sul punto di affondare.
Sei stato accompagnatore e Vicepresidente con l’umiltà che ti ha sempre contraddistinto. Prima dello sport c’erano sempre la famiglia e l’Azienda, che hai fatto crescere, senza mai perdere il filo conduttore con le tue origini e i tuoi valori profondi.
Per i dipendenti non eri padrone ma padre e non si contano quelli che hanno iniziato e terminato la loro carriera lavorativa con te e i tuoi due figli.
L’ultimo periodo, complice i vari problemi di salute, è stato duro e doloroso. Hai lottato come pochi saprebbero fare, con la speranza di farcela, venuta meno solo con l’ultimo respiro. Non potrò più ragguagliarti sulle partite dell’Orvietana, pure se tu, fino all’ultimo hai letto i giornali e seguito la televisione per rimanere sempre informato. Eri grande ma avevi la mente lucida e giovane. Una persona speciale, al passo con i tempi da prendere a modello. Ciao.








