di Gabriele Marcheggiani
A distanza di quasi una settimana dal ritiro delle deleghe ad Anna Maria Sartini, a causa di uno sgradevole post su facebook che evocava nientemeno che una telefonata di Adolf Hitler a Mario Draghi per complimentarsi sulla gestione della pandemia, non ci sono ancora novità riguardo la nomina del successore. Dalla tarda serata di venerdì 21 gennaio, le importanti deleghe su affari sociali, scuola e famiglia, sono nella mani di Roberta Tardani, che ha avocato a sé tutte le competenze. La superficialità con la quale la Sartini ha pubblicato quel post ha sorpreso anche il suo partito, la Lega, tanto che proprio dalla direzione regionale è venuto il primo stop e la prima condanna del gesto sconsiderato. Il fatto, al di là della gravità in sé e della visibilità non richiesta che ha dato alle istituzioni orvietane, assume anche un carattere politico rilevante, che potrebbe rimettere in fibrillazione la maggioranza che appoggia la sindaca dal 2019.
A distanza di quasi un anno dalle dimissioni di Angelo Ranchino per aperta incompatibilità con l’operato della sindaca, la sostituzione di Anna Maria Sartini rischia di aprire un’altra crepa nel rapporto tra la prima cittadina e la Lega. Nel febbraio 2021, Roberta Tardani scelse di andare allo scontro con il primo partito della sua maggioranza, al punto che nominò Mario Angelo Mazzi come suo vice, affidandogli anche le deleghe strategiche di urbanistica ed edilizia. Il braccio di ferro venne stravinto dalla Tardani, anche grazie all’innegabile alto profilo scelto per sostituire Ranchino, ma se il principio d’incendio venne ben presto domato, la brace ha continuato a covare sotto la cenere per tutti questi mesi.
La Lega si aspetta che le deleghe della Sartini vengano affidate ad una loro figura, ma per il momento non se ne parla nemmeno, tutto è fermo. E a sentire i bene informati, lo sarà certamente fino almeno al 7 febbraio prossimo, giorno in cui è fissata la votazione sul bilancio: lo scorso anno, proprio durante questa votazione, la Lega non si presentò in aula, con la sola eccezione di Gionni Moscetti, un gesto forte per ribadire il malcontento nei confronti della sindaca. Le bocche sono cucite sia nella maggioranza che nell’entourage di Roberta Tardani, ma è innegabile che il momento politico sia fortemente critico.
Dopo la conferenza stampa di Umberto Garbini, presidente del Consiglio comunale e capogruppo di Fratelli d’Italia, che tanto clamore ha suscitato tra i consiglieri, soprattutto di maggioranza – dichiarazioni che non piacquero neanche alla sindaca – il clima era già abbastanza surriscaldato. Ora, il post della Sartini rischia di portare a galla nuovamente quelle che sono le contraddizioni della maggioranza che regge il comune di Orvieto. Da una parte l’innegabile forza della figura di Roberta Tardani, che da sola riscuote ampi consensi tra i cittadini anche grazie alla sua capacità di saper comunicare, dall’altra i partiti della maggioranza che, usciti con un tesoro cospicuo di voti dalle urne, non sembrano riuscire a valorizzarlo adeguatamente.
Quello che accadrà dopo il 7 febbraio, ammesso che le indiscrezioni trovino reale riscontro, deciderà il futuro stesso dell’amministrazione Tardani, se è vero, come si lascia sfuggire un consigliere tra i più navigati, che la sindaca potrebbe decidere di tirare diritto anche stavolta ma correndo il grosso rischio di far saltare la maggioranza, visto che la Lega non sarebbe propensa a chinare nuovamente il capo. Sarà forse questo il vero motivo per cui, prima di tutto, la sindaca vorrà mettere al sicuro il bilancio 2022 che sarà, ancora una volta, emergenziale. Rischiare di comprometterne l’iter, in un momento come questo, rischierebbe di essere un clamoroso boomerang per tutti.