di Massimo Gnagnarini
Il Comune di Orvieto, con delibera di giunta n. 254 del 28/12/2021, prevede che nel 2022 si formerà un grave deficit di liquidità per i conti dell’Ente tanto da voler stipulare con la CRO un contratto di fido aperto di oltre 6 milioni di euro per fare fronte alle necessità che si presenteranno.
Ciò è dovuto anche, come avviene per qualunque azienda commerciale, allo scarto temporale tra i pagamenti da effettuare e le riscossioni ancora da realizzare almeno per quanto riguarda i tributi comunali.
Scarto che viene finanziato con il ricorso al credito bancario ma che, tuttavia e come tutti sanno, le banche per prime, ha il difetto che mentre i pagamenti sono considerati certi gli incassi non lo sono affatto.
Pertanto aver stabilito il plafond del suddetto fido fino al massimo importo consentito dalla legge, ovvero calcolandolo sulla base dei meri crediti accertati e non di quelli realmente incassati nel 2020, nonché ricomprendendovi anche i trasferimenti straordinari e non ripetibili effettuati in quel periodo dallo Stato a favore del Comune, non appare affatto una buona idea.
Anzi è un pessimo segnale per gli equilibri di bilancio.
Del resto questa Giunta comunale è la fotocopia di quella che nel 2013 prese un’altra fatidica anticipazione di cassa da CC. DD. PP. per una cifra analoga di 6 milioni di euro la cui restituzione e gli accantonamenti che ha determinato da ormai nove anni, aveva ridotto e compromesso tutt’ora la piena capacità di spesa del Comune di Orvieto.
In altre parole stanno saltando, sia per effetto della pandemia sia per effetto di una mancata reattività programmatoria, le misure fondamentali di messa a reddito degli asset produttivi pubblici della città che avevano generato le nuove e più ricche entrate strutturali di bilancio create e tarate nella precedente consigliatura con il duplice scopo sia di uscire anticipatamente dallo stato di pre-dissesto in cui il Comune si trovava e sia, soprattutto, per riequilibrare in modo duraturo le entrate con le spese correnti.
In questi due anni ce la siamo cavata attraverso l’utilizzo dei ristori e delle deroghe sui mutui, ma per il 2022 e seguenti questi canali di finanziamento vengono a cessare così che il gap tra spesa corrente e entrate correnti tornerà ad essere evidente nello scrivere i prossimi bilanci se si continua a non far niente.
Questa mancanza di reattività programmatoria finanziaria da parte dell’attuale Amministrazione comunale si appalesa anche attraverso le scelte effettuate o meglio per quelle non effettuate circa l’utilizzo dei fondi PNRR
Qui invece di puntare su investimenti produttivi con effetto leva sulle entrate pubbliche correnti con abbattimento degli oneri correnti come, ad esempio, l’ammodernamento e il rilancio della cosiddetto sistema della Mobilità alternativa ( parcheggi, ascensori , scale mobili, Funicolare, informatizzazione, ecc..) si è deciso di utilizzare 5 mln di euro a fondo perduto per costruire un nuovo centro sociale a Orvieto Scalo.
Beh, si dirà, se sono soldi a fondo perduto qual’è il problema ? Il problema è che questa struttura nuova comporterà per la sua gestione, rispetto all’attuale collocazione, una integrazione del personale preposto, utenze, manutenzioni, ecc.. per una spesa aggiuntiva annua di circa 400.000 euro che peseranno interamente , direttamente e costantemente sul bilancio comunale.
In conclusione carissimi amministratori comunali dovete capire che governare la città non è come scrivere su un foglio bianco l’elenco delle cose migliori da fare, ma è, per lo più, scegliere tra quelle possibili.
Per quanto alte ambiziose e condivisibili siano le aspettative di una comunità locale è soltanto la loro sostenibilità finanziaria a renderle reali.