di Gabriele Marcheggiani
Finalmente qualcosa si muove e anche le migliori firme della grande stampa italiana cominciano a porre qualche domanda che sia tale a Mario Draghi. Stamane, 8 gennaio, c’è chi accusa l’ex presidente della BCE addirittura di “liberismo sanitario”, per non parlare di chi comincia a porsi qualche serio dubbio sul mitologico “governo dei migliori”. E’ un peccato, lo dico senza polemica, che la stampa nazionale si sia ridestata solo ora, quando dati alla mano, la situazione Covid sembra essere nuovamente sfuggita al controllo; anche i presunti migliori stanno peccando di indecisionismo, dopo aver narrato per mesi che l’Italia fosse, al contrario, un modello di gestione della pandemia. Aver puntato unicamente sui vaccini per contenere il virus, si sta rivelando un errore madornale, così come l’inutilità del Green Pass, che doveva essere il passaporto di coloro che erano immunizzati e al sicuro dal contagio, e invece si sta dimostrando l’esatto contrario, visto che in ospedale c’è anche gente con la terza dose e il Green Pass più Green Pass che si può.
Il professor Galli ne è un esempio, i vaccinati si contagiano e contagiano, come si è sempre saputo, ma sembra che per il governo l’unico indicatore da tenere al riparo fosse unicamente quello del PIL. Non lo hanno detto e non lo diranno, ma qualcuno comincia ad avanzare l’ipotesi che la situazione attuale sia in un certo qual modo voluta, l’importante era rilanciare l’economia ad ogni costo e d’altronde se a Palazzo Chigi si manda uno come Draghi con la sua storia, non è che ci si potesse attendere altro.
Ci sono alcune domande che personalmente avrei voluto rivolgere al presidente del Consiglio e ai suoi collaboratori, il generale Figliuolo in testa, domande alle quali so già che nessuno risponderà, e ci mancherebbe pure che Draghi risponda al sottoscritto. Io però gioco a fare il Giuseppe D’Avanzo della situazione, mi si perdoni l’audacia, ma da cittadino ed eterno cronista in apprendistato, sento di avere il diritto di sapere, di capire, di approfondire. Spero che le dieci domande che seguono, possano nel loro piccolo dar vita ad un dibattito su questo giornale, quanto meno possano scuotere il lettore – cittadino anche se in completo disaccordo con quanto vado chiedendo. Non sono un leone da tastiera, non oso neanche immaginare la difficoltà che implichi l’avere la responsabilità di sessanta milioni di persone in un momento storico come il presente, per questo motivo, piuttosto che giungere a conclusioni mie, ho preferito porre domande, anche se mi rendo conto che non sempre sono riuscito a nascondere quel che penso.
1. Il 6 gennaio 2022 risultavano 200.000 contagi e 198 morti: non credete che con misure più severe nel mese di dicembre e durante le festività natalizie, visto che il Covid stava picchiando duro in quasi tutta Europa, pur in barba al PIL, questi numeri sarebbero potuti essere più bassi? Non credete che per salvare l’economia legata al Natale, ora si rischi di compromettere quella dei prossimi mesi? Quale eventuale vantaggio ne avremmo tratto?
2. Il professor Crisanti, lo scienziato grazie al quale probabilmente nella primavera del 2020 il Veneto non subì gli esiti drammatici che ebbe la confinante Lombardia, ha definito le vostre ultime misure in fatto di contenimento, come roba da “dilettanti allo sbaraglio”. Dal momento che, secondo lui, avete completamente abbandonato la strada del tracciamento e l’incentivazione dei tamponi molecolari, cosa rispondete al professor Crisanti?
3. E’ plausibile pensare che nei prossimi giorni i contagi aumenteranno a dismisura, per lo stesso CTS il picco della quarta ondata è previsto per fine mese, eppure a distanza di tre giorni dalla riapertura delle scuole, tutto viene demandato esclusivamente alle iniziative di sindaci e presidenti di regione: non credete che con la riapertura delle scuole senza che gli alunni vengano sottoposti massicciamente ai tamponi molecolari, la situazione a livello nazionale potrebbe precipitare ancor di più?
4. Secondo uno studio americano, pubblicato il 6 gennaio da Repubblica, in Italia sono previsti oltre 500 morti al giorno nel mese di febbraio prossimo: quale previsione ha il CTS? Quali sono i dati in vostro possesso?
5. La quarta ondata era prevista già dall’estate scorsa ed anzi, il nostro Paese è stato uno degli ultimi in Europa ad esserne colpito: come avete detto voi solo un mese fa, generale Figliuolo in testa, “l’Italia è un paese modello” per quanto riguarda la lotta al Covid. E’ possibile sapere per quale motivo ci si è fatti trovare impreparati in merito alle forniture di mascherine FFP2 e soprattutto, in merito alla mancanza di reagenti per i tamponi molecolari?
6. Molti studiosi, compresi alcuni dello stesso CTS, ritengono i tamponi antigenici non attendibili per quanto riguarda la rilevazione della variante Omicron: perché il governo li ha praticamente equiparati ai tamponi molecolari, consentendo il rilascio del Green Pass anche con un semplice tampone rapido fatto in farmacia?
7. Avete continuamente ribadito che l’obbligo vaccinale per docenti e lavoratori della scuola, contenuto nel decreto del 5 agosto 2021, avrebbe permesso lo svolgimento di un regolare anno scolastico ed evitato la didattica a distanza: al 23 dicembre 2021 risultavano oltre 12.000 classi in DAD, più o meno 250.000 studenti. E’ possibile avere un vostro giudizio sull’efficacia del provvedimento che non sia unicamente legato alla tutela della salute dei lavoratori della scuola?
8. Nei giorni scorsi avete varato l’obbligo vaccinale agli over 50, ma a partire dal prossimo mese di febbraio quando, secondo le previsioni del CTS, la quarta ondata dovrebbe essere in regressione: perché solo a questa fascia di età? E perché non da subito? Forse mancano sufficienti scorte di vaccino?
9. Gli ospedali sono di nuovo al collasso, le terapie intensive ed i reparti si riempiono, senza che nel frattempo siano stati predisposti piani adeguati, eppure sono due anni che il Covid è tra noi. Non credete sarebbe stato più logico avocare al governo centrale tutta la gestione dell’emergenza, lasciando che le regioni potessero gestire “l’altra” sanità, quella che coinvolge milioni di persone con patologie non Covid che da due anni in qua stanno incontrando enormi difficoltà per quanto riguarda visite, esami, diagnosi e cure?
10. Alla luce di quanto sopra, ritenete possa esserci un limite accettabile secondo voi – un numero, una cifra – varcato il quale, in tutta coscienza, riteniate di dover giudicare negativamente la vostra strategia degli ultimi dodici mesi e di conseguenza rassegnare le dimissioni? Voglio dire, se – Dio non voglia – lo studio americano dovesse aver ragione anche solo all’80%, non credete che tutta la vostra mai celata tracotanza verrebbe spazzata via come una piantina di basilico durante un tornado?