ORVIETO – Non sembra placarsi l’eco delle dichiarazione del presidente del Consiglio Comunale, Umberto Garbini, a una settimana dalla conferenza stampa nella quale il consigliere di FdI ha stigmatizzato l’eccessivo ricorso ai social network e ai comunicati stampa da parte di molti consiglieri comunali. Dopo il terremoto che le sue parole hanno provocato, con epicentro proprio nel suo gruppo consiliare abbandonato in fretta e furia da Beatrice Casasole, anche Alessio Tempesta, capogruppo della lista civica Progetto Orvieto, si dice contrariato delle parole di Garbini, rispedendole senza troppi complimenti al mittente; in un comunicato inviato al nostro giornale Tempesta non le manda a dire al presidente dell’assise cittadina.
“Abbiamo volutamente atteso qualche giorno prima di doverci esprimere in merito alle dichiarazioni rese dal Presidente del Consiglio del Comune di Orvieto, Umberto Garbini, durante la sua conferenza stampa di fine anno e la successiva intervista online“, inizia il comunicato.
“Abbiamo atteso qualche giorno in più perché alla base della cultura, dell’educazione e dell’operato mio personale, delle persone che fanno parte di Progetto Orvieto e dei cittadini che apprezzano il nostro impegno civico c’è, per primo, il principio del rispetto altrui. Principio del rispetto che pertanto intendiamo riconoscere anche al Presidente Garbini, che non è solo il Presidente dei Consiglieri di maggioranza ed opposizione ma, rappresentando la seconda carica pubblica cittadina, è anche il Presidente di tutti gli orvietani.
Abbiamo atteso qualche giorno in più perché siamo rimasti increduli degli sprezzanti giudizi e poi delle reiterate affermazioni rivolte all’indirizzo di tutti i consiglieri, senza distinzione di parte. Abbiamo atteso qualche giorno in più perché siamo abituati a ragionare con la testa e non con la pancia, un vantaggio questo che ci è dato più da quella maturità che si acquisisce, ahimè, con qualche prezioso capello bianco, piuttosto che da quella esperienza e preparazione politica che Garbini ha vibratamente rivendicato per se stesso durante l’intervista online in uno slancio, forse, di inopportuna autocelebrazione.
Abbiamo atteso qualche giorno in più perché ci siamo interrogati sul diritto di opinione, usato da Garbini a pudica giustificazione delle proprie parole, diritto garantito dall’articolo 21 della Costituzione Italiana.
Ma ci siamo interrogati anche sul significato di opinabile che rende, qualsiasi dichiarazione non oggettiva, rappresentativa solo di un punto di vista personale, come quello di Garbini appunto, opinabile.
Chi può giudicare la qualità dell’operato di un altro esponente delle istituzioni cittadine, che sia esso consigliere, assessore, sindaco, funzionario o dirigente?
Chi può valutare la qualità e l’importanza degli argomenti delle istanze dei consiglieri?
Tutti e nessuno al tempo stesso possono farlo.
Qualcuno poi come il Presidente del Consiglio comunale dovrebbe proprio astenersi dal farlo, per il ruolo istituzionale di garante al di sopra delle parti, e non al di sopra degli altri, che la sua carica gli imporrebbe di avere.
Una sottile lama di rasoio quella delle opinioni personali, che con le sue ha delineato un clima divisivo e non unitario, oppositivo e non collaborativo, contrario su tutti i fronti a quella partecipazione e condivisione trasversale di intenti che personalmente ed a nome di Progetto Orvieto ho sempre ricercato con continui appelli in consiglio comunale. Così come non ci sentiamo toccati dal suo giudizio sull’uso dei social o della stampa online per divulgare atti del consiglio prima che vengano discussi nella sede istituzionale in quanto non siamo soliti farlo ed io, poi, sono assente dai social da più di un anno.
Per la qualità dei temi che poi personalmente propongo in consiglio comunale, ho scelto di dedicarmi quasi esclusivamente alla tutela e benessere degli animali da affezione per migliorare il rapporto di convivenza tra chi ama gli animali, ed anche a loro tutela di chi non li ama. Sono temi ben normati a livello regionale e nazionale, temi sui quali generalmente le amministrazioni di ogni colore sono disattente ed istituzionalmente manchevoli. C’è molto da fare anche ad Orvieto in questo ambito; non saranno questioni strategiche, ma delineano l’identità, la sensibilità e la cultura di una comunità. Ritengo di avere il diritto di provarci, anche se tali tematiche possono disinteressare ed annoiare qualcuno. Nella Vita, come nella politica, è importante la sostanza, certo, purché la sostanza sia sempre accompagnata direi, anche dalla forma. Nella Vita come nella politica inoltre sono indispensabili, ed anche opportune, qualità come il garbo, lo stile, e l’umiltà. Nel principio del rispetto e del diritto di opinione quindi, come ho scritto sopra, rispettiamo quella di Garbini, ma non possiamo condividere né accettare nessuna delle sue affermazioni.
Dobbiamo riconoscere invece con rammarico la caduta di stile, lo sgarbo istituzionale, la superbia di giudizio con le quali le affermazioni di Garbini sono purtroppo risuonate alle orecchie di tutti i consiglieri di maggioranza e di opposizione e, purtroppo, alle orecchie dei cittadini che tutti noi, maggioranza ed opposizione, rappresentiamo.
Non intendiamo stigmatizzare la vicenda di cui sopra, che ci amareggia e ci ferisce, ma abbiamo il dovere morale e politico di ritornare al mittente le affermazioni di Garbini, nel rispetto dei cittadini orvietani per primi, ma anche nel suo, proprio per i principi di lealtà e di rispetto delle istituzioni che contraddistinguono me e Progetto Orvieto in consiglio comunale”, conclude Tempesta.