TERNI – Una violenza cieca, assurda, brutale che riporta il carcere di Terni al centro delle polemiche. Da mesi nella struttura detentiva del Sabbione accadono eventi critici – risse, colluttazioni, atti di autolesionismo, aggressioni contro i poliziotti penitenziari – ed ora gli Agenti si ribellano: “Così non si può andare avanti: servono regole e provvedimenti urgenti”.
Ultimo grave episodio, ieri, sul quale riferisce Fabrizio Bonino, segretario nazionale per l’Umbria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e più rappresentativo della Categoria: “Domenica 12 dicembre, presso la Sezione detentiva di media sicurezza, due detenuti, uno italiano e l’altro tunisino, hanno distrutto la cella dove erano ristretti e poi, usando il termosifone come ariete, hanno cercato di aprirla, lanciando alcune bombolette del gas incendiate ed avvolte nella carta nel corridoio della Sezione, dando fuoco anche al materasso e ad alcune magliette”. La situazione, precisa Bonino, “è stata gestita al meglio dal personale in servizio, in particolare dell’Ispettore di Polizia Penitenziaria addetto alla Sorveglianza Generale, e da alcuni altri Agenti che, seppur smontati dal turno e liberi in Caserma, sono immeditamente accorsi per dare manforte ai colleghi in servizio. Questo è quello che debbono affrontare nella vita quotidiana i poliziotti penitenziari di servizio a Sabbione: ed è inaccettabile! Cosa si aspetta a trasferire questi personaggi, uno dei quali già nei giorni scorsi aveva distrutto un’altra cella e sputato ad una infermiera? Il SAPPE adesso dice veramente basta! Va bene il rischio del mestiere, ma a questo punto sta diventando sempre più pericoloso fare questo lavoro senza uomini e mezzi appropriati e senza una formazione adeguata“.
“Gli eventi critici contro gli appartenenti alla Polizia Penitenziaria di Terni e del resto d’Italia sono aumentati in maniera spaventosa“, commenta i Il segretario Generale del SAPPE Donato Capece. “E tutto questo avviene in assenza di provvedimenti utili a garantire la sicurezza e l’incolumità del personale di Polizia Penitenziaria. Ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari del Paese, sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato. Eppure, nessuno, al Ministero della Giustizia e al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, ha ancora dotato i Reparti di Polizia Penitenziaria di strumenti utili a fronteggiare ed impedire aggressioni fisiche e selvagge. Basta! I vertici del Ministero della Giustizia e dell’Amministrazione Penitenziaria si sveglino dal torpore nel quale si trovano e adottino con urgenza immediati provvedimenti, a cominciare dalle tutele da assicurare al personale di Polizia Penitenziaria in servizio.”