di Valentino Saccà
Nel 2016, quasi sei anni fa, ci ha lasciato uno dei maggiori uomini di spettacolo italiani del secolo scorso: Paolo Poli. Poli è stato un gigante del teatro e della televisione, uomo finissimo e colto, fantasista provocatore e brillante, interprete anche di operette e fiabe.
Insieme a Elio Pandolfi (che invece ci ha lasciati proprio quest’anno) è stato il primo a portare il travestitismo in televisione, in un’epoca in cui era ancora praticamente un tabù. Nel 2013 esce la sua autobiografia curata da Pino Strabioli dal titolo “Sempre fiori mai un fioraio”, che sta ad indicare ironicamente la lamentazione di Poli che diceva di trovare sempre fiori nel suo camerino, dopo gli spettacoli, e mai un bel fioraio.
Questo lavoro autobiografico è stato realizzato durante una serie di pranzi tra Strabioli e Poli dove il primo “rubava” ricordi, carpiva segreti d’arte e di pensiero al secondo, mediante un piccolo registratore nascosto sotto il tovagliolo ribattezzato da Poli la ladra. Sull’onda del ricordo di questi pranzi Pino Strabioli ha ricostruito in un recital la sfaccettata e poliedrica figura di Paolo Poli.
Il one man show rievocativo ha ottenuto un certo successo e il 10 dicembre scorso è stato presentato anche al Mancinelli di Orvieto. Dopo una serie di immagini proiettate su schermo, atte a rievocare e a raccontare in una manciata di minuti la carriera del grande interprete e fantasista, entra in scena Strabioli con in mano una paglietta, la paglietta di Poli simbolo tangibile e mezzo taumaturgico per riportare in vita il suo spirito ironico e dissacrante, sognante e disincantato.
Durante lo show-racconto Pino Strabioli entra ed esce da Poli attraversando l’itinerario gastronomico-culturale che si è svolto durante i loro pranzi, accompagnato dalle note della fisarmonica di Marcello Fiorini. Quello messo in scena da Strabioli più che un omaggio è un dono sentito e commosso, per omaggiare un autentico maestro d’arte e di pensiero con una chiusa scritta nientemeno che da Franca Valeri, la quale partendo proprio dal titolo dello spettacolo e dell’autobiografia immagina che oltre al solito mazzo di fiori, Paolo trova finalmente un fioraio nel salotto di casa sua!