‘Stefania Conticchio, artista orvietana, ha partecipato con ben due opere ‘Inside the minds’ e ‘Orietta’ all’evento arabo Pace e Amore che si svolge nel prestigioso centro espositivo Beach Rotana di Abu Dhabi, l’esposizione è realizzata in terra araba con 71 artisti attentamente selezionati su 4.032 artisti che hanno richiesto la partecipazione e che vuole essere un progetto d’arte dedicato all’Esposizione Universale, un progetto totalmente arabo che ha per tema gli artisti contemporanei italiani più importanti e prestigiosi.
Pace e Amore è un progetto iniziato nel 2018 alla Grande Moschea di Roma. Da qui sono partite anche le selezioni per un evento presente ad Abu Dhabi, nella prestigiosa location, per il periodo più importante e popolare di Expo 2020 la manifestazione che si svolge negli Emirati Arabi Uniti e che quest’anno è dedicato al tema “Connecting Minds Creating Future”. La selezione e l’evento attualmente in corso al Beach Rotana con catalogo dell’Editoriale Giorgio Mondadori decreta l’indiscusso successo del maestro Stefania Conticchio, selezionata dagli arabi fra le più autorevoli e importanti artiste italiane di questo periodo storico.
Stefania, nata da una formazione artistica legata alla creazione di scenografie teatrali e diplomata all’Accademia di Belle Arti di Perugia in Scenografia, lavora nel suo laboratorio sperimentando varie tecniche espressive come la decorazione di vari tipi di materiali, tra cui le stoffe, pannelli lignei, intonaci e si applica quale restauratrice di importanti monumenti di carattere storico, specie nella sua città Orvieto di cui recentemente ha contribuito nel restauro del Duomo. Dopo avere partecipato a diverse mostre in Italia e all’estero presenzia con il Progetto Pace e Amore divulgato per l’Italia da Editoriale Giorgio Mondadori, a cura del professor Giammarco Puntelli e Paolo Calcari, direttore artistico della mostra ad Abu Dhabi.
Molteplici risultano i codici di esecuzione e trasmissione dell’opera d’arte nel nuovo millennio, ma come giustamente suggerito da Quinz, “l’opera d’arte, non è più contenuta nello spazio ma è lo spazio”, e alla stessa stregua l’opera della Conticchio, la cui fruizione oltrepassa il “sapere contemplare” spingendo lo spettatore verso nuove forme di comprensione. Il contatto simbiotico con la materia lignea, esula dalla classica scultura figurativa, per approdare all’universo simbolico, emblematico ed allegorico della policromatica sinfonia rapsodica che incanta e travolge lo sguardo nell’effetto tridimensionale, tale da imbattersi in quella che identifichiamo come sindrome di Stendhal. La terra araba è vissuta quale collante tra le due culture occidentale ed orientale che attraverso le geometrie, i volumi, la ricca cromia e gli intarsi di foglia oro, creano il mirabile sincretismo auspicato, ricercato ed ottenuto attraverso l’arte dal maestro Conticchio.
Da qualche mese l’artista ha abbracciato i principi legati al diversismo e al translinguaggio del Movimento artistico Transantigenismo 2020 teorizzato dalla storica dell’arte Licia Oddo di cui una valida rappresentanza è altresì presente nell’evento Pace e Amore ad Abu Dhabi, il cui manifesto è il riscatto del valore interdisciplinare dell’arte, scevra da ipocrisie e luoghi comuni, banalità e piattezza, paradigma del rispetto per la tradizione e l’amore incondizionato per essa. Expo 2020 per la giovane Conticchio rappresenta certamente una finestra sul mondo.
Licia Oddo, curatrice e storica dell’arte