ORVIETO – Avrebbe minacciato un ragazzo immigrato con una pistola per costringerlo ad avere rapporti sessuali con lui all’interno di un centro di accoglienza dell’Orvietano. Al centro della vicenda un uomo di 54 anni, ex sacerdote ridotto allo stato laicale dal 2004 che, nonostante la sospensione, avrebbe invece continuato ad operare come se nulla fosse.
La notizia è stata riportata da ‘La Nazione‘. Ex cappellano militare dell’esercito, l’uomo continuava ad indossare regolarmente il clergyman, arrivando a convincere i gestori della struttura a farlo operare fin dal 2016.
Su di lui la magistratura starebbe indagando per violenza sessuale, senza che però siano stati emessi provvedimenti restrittivi nei suoi confronti.
L’uomo – che vive ad Orvieto ma non vi è originario – è accusato, fra le altre cose, di aver minacciato con una pistola uno dei giovani ospiti – di origini africane – della struttura orvietana, per costringerlo a compiere atti sessuali contro la sua volontà. Ma anche altri ragazzi hanno riferito agli inquirenti, episodi di analogo tenore. Tanto che l’accusa formulata verso il 54enne è di violenza sessuale aggravata. L’ex prete non è comunque nuovo agli archivi delle forze dell’ordine: risale al 2015 una denuncia per il reato di prostituzione minorile per un episodio accaduto alla stazione Termini di Roma, tanto che l’anno successivo era stato colpito dal divieto di far ritorno nella capitale. Sempre nel 2016, l’uomo aveva patteggiato un anno e sei mesi di reclusione dal tribunale di Venezia per aver truffato due anziani ai quali, spacciandosi per sacerdote, avrebbe sottratto la somma di 200.000 euro assicurando loro che il denaro sarebbe finito in beneficienza.