di Renato Piscini
Stando agli ultimi eventi a cui ho assistito, notando che sul palco degli organizzatori c’erano più presenze che nel pubblico, possiamo dire che la politica vive una stasi profonda. Riusciremo a rivedere i simposi pieni? Probabile, ma la distorsione e la dimensione del vulnus in politica ha dimensioni notevoli.
La colpa sta nella simulazione degli eventi non basandoli su verità storiche o di fatto ma sull’apparenza (apparire). La politica deve scegliere tra edonismo ed egoismo per riveder le stelle (Dante).
La linea immaginaria messa in campo nell’attuale sistema politico si infrange sugli scogli della realtà dei cittadini. L’universo culturale e di vita dei cittadini è molto più avanti dei politici e la scommessa è quella di estrapolarlo dall’oscurità in cui alberga.
Alcuni laboratori sociali tentano l’impresa ma restano imbottigliati nelle difficoltà del sociale, della economia, facendo restare segregate le loro aspirazioni . Senza partecipazione è in pericolo la democrazia, quindi maggiore informazione seria basata su fatti reali, di qualità i soli che susciterebbero interesse e coinvolgimento.
La spartizione dei simposi, ad acta, è l’altro pericolo che alberga nella politica di oggi ma, anche qui, la sorveglianza dei cittadini può fare la differenza. Allora la piazza si faccia coraggio e si faccia contagiare dal sistema per reagire ed essere coinvolti nella narrazione degli astanti parlatori, chiedendo diritti e partecipazione.
Tutto questo ha un prezzo come sacrifici tipo obbligo alla partecipazione, alla trasparenza, al coinvolgimento, cosi’ da scegliere gli interlocutori veri da quelli fallaci. Questo si chiama libero pensiero, visione, idee per rompere la fugace egemonia politico culturale di oggi. Soprattutto scegliere le persone giuste da cui farsi rappresentare .