Il ritorno dell’artista Pinturicchio, nella città del tufo dopo mezzo millennio si celebra con una mostra dedicata all’opera che più ha suscitato la curiosità di appassionati ed esperti d’arte, “Il Bambin Gesù delle Mani”. La mostra è stata resa possibile dalla collaborazione fra la Fondazione Claudio Faina la Fondazione Guglielmo Giordano, attuale proprietaria dell’opera, e il Comune di Orvieto.
L’affresco distaccato e riquadrato dalle stanze vaticane, rappresentava per intero la figura di Papa Alessandro VI Borgia adorante ai piedi del bambino, e la Vergine con le sembianze della dama di corte ed amante del Papa, Giulia Farnese. Pinturicchio, nell’anno fatale di Lorenzo il Magnifico, 1492, venne incaricato di lavorare al Duomo della nostra città, salvo esser richiamato a Roma da Papa Borgia prima di aver completato l’Opera. Il Vasari descrisse l’opera nel suo “Le Vite”, tuttavia fu per molti secoli rimasto inascoltato. La famiglia Farnese, entrata nelle grazie papali, riuscì a salire rapidamente di status sociale riuscendo a far eleggere al soglio pontificio Alessandro, fratello di Giulia, divenuto Papa Paolo III. Ritratto del quale Papa, come a ricordare le origini della famiglia e la vicinanza dei Farnese alla città, viene custodito ancora oggi nel Comune di Orvieto.
L’evento espositivo è stato allestito al primo piano del Museo Etrusco “Claudio Faina” ed è stato presentato dal Sindaco e Assessore alla Cultura Comune di Orvieto, Roberta Tardani, dal Presidente della Fondazione “Claudio Faina”, Daniele Di Loreto, dal Presidente Fondazione Guglielmo Giordano Andrea Margaritelli e dal Prof. Franco Ivan Nucciarelli dell’Università di Perugia e membro del comitato scientifico della Fondazione Guglielmo Giordano.
“La cultura rappresenta uno strumento di sviluppo industriale e di crescita collettiva. La mostra arricchirà il nostro Teatro già affacciato sul meraviglioso Duomo di Orvieto” ha dichiarato Daniele di Loreto, Presidente della Fondazione “Claudio Faina”. Roberta Tardani ha invece descritto il fortunato incontro con Emanuele Ferlicca, “in cui abbiamo scoperto che c’è una storia e un legame affascinante fra la storia della nostra città e quella dell’affresco del Pinturicchio. Restituire al pubblico, proprio a Natale, la possibilità di ammirare quest’opera è qualcosa che sicuramente lascerà un segno in questa città e credo in ciascuno di noi. La mostra costituisce quindi un arricchimento culturale importante per noi tutti e per gli estimatori dell’arte”.“La bellezza della città e della posizione del Museo ha fatto scattare la scintilla” ha dichiarato Andrea Margaritelli, Presidente della Fondazione Guglielmo Giordano. “La storia di questo affresco è quasi un giallo rinascimentale. Una storia vera e documentata che mostra il legame tra Orvieto e la famiglia Farnese. Il Duomo ospita anche Pinturicchio nel 1492, anno che è stato spartiacque tra Medioevo e modernità. In quel periodo vide la luce l’opera del Bambin Gesù delle Mani quando Papa Borgia chiamò il pittore ad affrescare le sue stanze private a Roma. L’oro dell’aureola del Bambino, secondo gli storici dell’arte, è quello portato da Colombo dall’America e l’iconografia della Madonna una delle figure più splendide del Rinascimento”.
Il Professore e membro del Comitato Scientifico della Fondazione Guglielmo Giordano, Franco Ivan Nucciarelli, ha ripercorso la storia della famiglia Farnese mettendo in luce il forte legame che l’ha unita ad Orvieto. “Il dominio temporale dei papi – ha dichiarato – è cominciato con la donazione di Sutri. La Chiesa era di fatto una monarchia assoluta ma non aveva una continuità dinastica. Per assicurarsela si creò una potentissima nobiltà che assicurò la continuità. Una nobiltà che si accorse del potere di scorporare stati e di creare un principato autonomo. I Farnese sono stati quindi una delle famiglie di capitani delle truppe orvietane, che uscirono dalla provincia per affacciarsi su Roma. L’intera storia ruota intorno alla figura di ‘Giulia la bella’ che sposò Orsino Orsini. Principessa diciassettenne divenne amante di Alessandro VI Borgia divenuto Cardinale a 25 anni. La Madonna che nell’affresco teneva in grembo il Bambino è considerata una delle figure più belle del Rinascimento. Resta l’interrogativo se il volto della Madonna sia quello di Giulia Farnese”. (Andrea Impannati)