ORVIETO – Dopo le dimissioni dell’AD della Banca Popolare di Bari, l’associazione Praesidium che raccoglie i riparmiatori della Cassa di Risparmio di Orvieto, ha emesso una breve nota a commento delle vicende che riguardano fin troppo da vicino anche la nostra città e il nostro territorio.
“Non c’è pace per la Banca Popolare di Bari. Dopo le dimissioni di tutti i membri del Collegio Sindacale, sono arrivate anche quelle dell’Amministratore delegato, Dottor Bergami. Come noto, la situazione economica non è buona, è in atto un piano di risanamento pluriennale e la banca produce e produrrà ancora perdite.
Recentemente, BPB è stata costretta a diminuire il suo capitale sociale, le azioni (totalmente illiquide) hanno ora un valore virtuale di soli quattro centesimi di euro, non è riuscita a ricostruire un rapporto con i vecchi soci clienti, non si è adoperata per far riconoscere agli stessi delle forme di risarcimento almeno similari a quelle messe in campo per le sei banche andate in liquidazione.
La stessa controllata Cassa di Risparmio di Orvieto Spa opera con parametri al di sotto di quelli fissati dalle Autorità di Vigilanza ed ha bisogno, per sua stessa ammissione, di un aumento di capitale di 27 milioni di euro. La Fondazione Cassa di risparmio di Orvieto si troverà poi in una situazione di difficoltà quando dovrà decidere se aderire a questo aumento di capitale, se consideriamo il fatto che ad oggi ha perso molti milioni di euro per effetto della sua partecipazione nella banca, milioni che, ricordiamo per l’ennesima volta, gestisce per conto del nostro territorio. Tale situazione genera anche legittimi dubbi sulla decisione da parte del nuovo management di BpB di rimborsare le obbligazioni, che ricordiamo essere subordinate, quindi trasformabili in capitale che sarebbe destinato ad evaporare. Riteniamo a questo punto fondamentale, nell’interesse della comunità, dare stabilità, certezza di indirizzi, attuazione di un piano credibile e trasparente di intervento. Tutte le dimissioni che ci sono state dovrebbero essere correttamente spiegate senza ricorrere a formule di rito che, nel caso di specie, rivelerebbero una vera e propria “epidemia di problemi personali”.