Riprende a marciare nel 2021 l’esercito delle imprese femminili in Umbria. Segnali di ripresa arrivano dalla fotografia scattata dal Registro Imprese della Camera di Commercio dell’Umbria, ma la pandemia continua a pesare sulla voglia di mettersi in proprio delle donne.
La difficile congiuntura sta portando comunque a scelte aziendali più consapevoli e meditate, che potrebbero in parte essere legate anche alla crescente presenza femminile nelle funzioni di guida delle imprese. Negli ultimi 10 anni infatti, in Umbria, la femminilizzazione del tasso di impresa è sempre più marcata con un aumento delle donne imprenditrici di quasi due punti percentuali. Se nel 2011 le donne nei posti di comando erano 16.700 ossia il 24,3% sul totale degli imministratori d’impresa, al 31 dicembre 2020 si balza a 18.019 donne imprenditrici, che in termini percentuali sono il 26,1% del totale.
Numeri sostanziosi che in chiave nazionale assumono particolare vigore: le donne capitane d’azienda in Italia sono il 24,4% del totale (al 31 dicembre 2020). L’Umbria oltre ad essere sopra la media nazionale, si colloca in termini percentuali in quarta posizione, dopo Valle d’Aosta, Sardegna e Piemonte.
I dati dell’Osservatorio sull’Imprenditoria femminile di Unioncamere mostrano che le iscrizioni di nuove attività femminili nei primi nove mesi del 2021 (902) sono più numerose di quelle registrate nello stesso periodo del 2020 (873). Malgrado l’incremento delle iscrizioni tra 2020 e 2021, il peso delle nuove imprese femminili sul totale delle iscrizioni si è ridotto però di circa due punti percentuali, passando dal 28,2% (dato al 30 settembre 2019) , al 26,8% di settembre scorso.
Il 21,1% di queste nuove imprese guidate da donne nasce come società di capitali, tipologia di azienda più strutturata e “robusta” sotto il profilo organizzativo e gestionale. Un segnale incoraggiante perché disegna un trend in crescita: le società di capitali registrate al 30 settembre di due anni fa erano infatti il 20,3% sul totale delle iscrizioni delle imprese femminili. Questo scenario e le difficoltà che le aziende femminili stanno affrontando con l’emergenza sanitaria che fa da sfondo alla Giornata Internazionale per l’Eliminazione della violenza sulle donne, che si celebra oggi in tutto il mondo.
“Il lavoro, sia esso indipendente sotto forma di impresa o dipendente, è uno degli strumenti essenzali per aiutare le donne vittime di violenza. Vorrei qui ricordare infatti che nel Piano antiviolenza 2021-23, presentato da poche settimane dalla Ministra per le Pari opportunità, Elena Bonetti, si pone l’accento sul contrasto alla violenza economica con la previsione di azioni volte all’alfabetizzazione finanziaria, si parla di tirocini retribuiti, e norme per favorire l’inserimento lavorativo” spiega il Presidente della Camera di Commercio dell’Umbria, Giorgio Mencaroni
“Come aree di intervento sono state individuate, tra le altre, anche la necessità di stipulare protocolli per il reinserimento lavorativo delle donne vittime di violenza e, in particolare, forme di collaborazione tra Istituzioni, imprenditoria e centri antiviolenza. Nelle nostre famiglie, nelle nostre imprese, bisogna schierarsi con forza contro ogni forma di violenza e in particolare contro la violenza sulle donne. Noi ci siamo, e siamo pronti a fare la nostra parte” rimarca il Presidente Mencaroni.