Dopo i difensori del fagiolino del Piano, arrivano anche quelli del bene comune del Paglia: tutti contro la Complanare ed il suo percorso. Non sfugge a nessuno che le ragioni della contrarietà siano principalmente politiche, anche perché dietro ai “fagiolini” ed ai “beni comuni” ci sono politici di sinistra che hanno avuto ruoli molto importanti nei decenni passati, sia in città che in Regione.
A differenza di quanto affermano questi ex amministratori, la Complanare è una infrastruttura fondamentale per Orvieto e per l’intero territorio perché la aspettano i cittadini dello Scalo e di Sferracavallo per liberare i loro quartieri dall’inquinamento acustico ed atmosferico, oltre che dal traffico pesante; perché la aspettano i cittadini per accorciare i tempi di percorrenza; perché la aspettano le attività imprenditoriali per abbattere i costi di trasporto delle merci; perché potrà dare una spinta allo sviluppo dell’area industriale di Fontanelle di Bardano.
I “fagiolini” ed i “beni comuni”, forti delle solite idiozie sociologiche da decrescita felice, contestano il nuovo percorso della complanare, sapendo bene che nei cassetti degli Uffici comunali non è mai esistito il progetto di un altro percorso e che l’unico progetto esistente è quello elaborato qualche mese fa dall’Amministrazione Tardani in ossequio alle norme esistenti. Tutto è perfettibile, ma una cosa è certa: non saranno le idiozie sociologiche a fermare il percorso del secondo stralcio della complanare. Per non passare da fessi, va ricordato che mentre oggi i “fagiolini” ed i “beni comuni” difendono la piana del Paglia, quando amministravano non si ponevano nessuna domanda sulla difesa dell’ambiente e sulla tutela delle produzioni agricole, tanto da permettere che i terreni lungo il fiume fossero cavati per chilometri, oltre ad autorizzare l’arrivo presso la discarica Le Crete di più di centomila tonnellate di rifiuti dalla Campania.
Stefano Olimpieri,
capogruppo Gruppo Misto