di Renato Piscini
Assistiamo purtroppo ancora all’interno e fuori dei partiti ad una resa dei conti che viene da lontano. Ripariamo i danni prima che sia troppo tardi nel segno del bene comune di tutti e della nostra nazione. Soprattutto è l’ora di finirla di fare a gara a chi è più bravo a denigrare ora quello ora questo in politica come nello spettacolo come nell’economia.
Questo è un gioco che favorisce il caos. Il vero campo di battaglia deve essere la vera politica fatta di proposte, di visione di futuro, di diritti, di solidarietà. La ricerca di visibilità personale o di un giornale o di una trasmissione televisiva è il vulnus di questa epoca che sta sprofondando verso l’effimero e l’inutile.
Quanto sopra è contro i cittadini ma soprattutto dannoso per il sistema democratico e per il rapporto tra le diverse generazioni. Per il clima, per la democrazia, per il futuro generazionale non si può attendere un minuto di più, ripariamo i danni degli ultimi venti anni, che hanno reso fragile la nostra democrazia, divenendo rivoluzionari, nel senso buono del termine, agendo come cittadini e lasciando alle spalle il gioco di puntare il dito su chi è più colpevole o quando lo è stato. La politica continua ad agire lentamente allora spazio alla verità sul virus, sulla economia, sul sociale ma soprattutto dentro i partiti.
La colpa è delle parole gestite e gettate a vanvera nei social, sui giornali, sulla tv facendo sparire e dimenticare quale è la nostra cultura, la nostra anima sociale, la nostra storia. La riconoscibilità sociale emerge solo nella chiarezza dei diritti come dei doveri in un ambito di rappresentanze concrete di tutti i cittadini e non nel congelamento delle idee e della evoluzione del sistema. Insomma bando ai falsi profeti, agli illusionisti del sociale, alle false bandiere delle lotte sociali, pena la sicurezza interna con il rischi di precipitare il paese in un baratro. Stop alle lotte interne e fuori dei partiti ma una vera contesa su idee e proposte di futuro pena l’eclissi ma la storia ci insegna, fortunatamente, che c’è sempre un riscatto. Ai giovani l’ardua sentenza, nel segno di fatti e non delle parole.