Continua ad animare il dibattito tra cittadini e associazioni la bozza del progetto per il prolungamento della complanare. Lo scorso 10 novembre, si è svolta un’assemblea pubblica indetta dall’associazione “Val di Paglia bene comune” che ha visto la partecipazione di un nutrito gruppo di cittadini interessati. Al termine dell’assemblea, l’associazione ha rilasciato un comunicato che riportiamo integralmente, per fare il punto della situazione su un progetto assai contestato.
“In assenza di informazioni attendibili fioriscono le “leggende metropolitane”. Così, il nuovo tratto finirebbe tronco, ad un certo punto perché impossibile sottopassare la ferrovia verso Bardano, oppure presenterebbe due rotonde incongrue perché non si incrociano strade, oppure ancora sarebbe già prevista un’area di servizio. Pensiamo che sia interesse comune ridimensionare questa “eccellenza” orvietana con l’adeguata informazione.
Ci siamo detti, in assemblea, che in primo luogo vogliamo vedere cosa effettivamente è stato progettato; così chiederemo di avere le tavole di questo progetto preliminare del nuovo tratto di complanare per poterne fare una proiezione pubblica di cui daremo notizia.
Poi vogliamo comprendere, e per farlo sposteremo il discorso sui criteri progettuali che sono stati seguiti e dunque le scelte fatte: in rapporto al disegno complessivo di un “raccordo anulare” intorno a Orvieto Scalo e Sferracavallo, cercheremo di farci l’idea dell’efficacia effettiva dell’opera per alleggerire il traffico dei centri abitati.
Ma, è vero che i capannoni dell’area industriale di Bardano sono vuoti sette su dieci? E la strada bianca vicina al fiume che attualmente percorrono i mezzi delle cave, che fine farà? E quella di servizio ai piedi dell’autostrada? E la rete stradale rurale in generale?
Per comprendere cercheremo di considerare anche i costi, in termini di impatto paesistico-territoriale e sociale. Alla luce di quanto dimostrano, e verosimilmente promettono, la tutela delle produzioni locali e la valorizzazione del turismo sostenibile territoriale: di quanto pregiudichiamo l’economia, la demografia e la coesione sociale locale se sacrifichiamo superfici agricole importanti? Ancora per comprendere, consideremo anche i rischi per l’ambiente e le comunità. L’ultima piena del Paglia per caso e per fortuna non ha fatto vittime: ma quante sofferenze, disagi e danni ha causato? E chi li ha pagati?
All’assemblea del 10 novembre è emersa la volontà di procedere verso quanto accennato. Proveremo ad aggregare persone, cittadini ma anche esperti che ci diano una mano a comprendere, e associazioni che ci aiutino a sensibilizzare. Vogliamo capire pro e contra del nuovo progetto di complanare e far emergere aggiustamenti e/o soluzioni rispettose del delicato equilibrio tra peculiarità ambientali e sociali locali e presenza di infrastrutture nevralgiche nazionali.
Continueremo ad informare attraverso gli organi di stampa che ringraziamo. Cercheremo di mantenere i toni pacati del confronto argomentato e faremo eventualmente ricorso alla polemica per sostenere in contraddittorio le nostre tesi. Non ci faremo trascinare da quell’esempio retorico di sprezzante e ignorante scherno fatto da una carica politico-istituzionale, assolutamente indecoroso”.