È stata inaugurata in una data significativa per Orvieto, quella cioè in cui si festeggiano i 731 anni dalla dedicazione della Cattedrale, l’apertura al pubblico dell’Archivio storico Capitolare che conserva un ricchissimo patrimonio culturale e che sarà in grado di raccontarci tanti aspetti ancora sconosciuti della città. Il seminario di presentazione, moderato da Don Stefano Puri Presidente e Arcidiacono del Capitolo, ha visto la presenza di numerosi esperti che hanno presentato il progetto di riordino e l’affascinante storia che le carte raccontano.
In apertura Don Stefano Puri ha sottolineato l’importanza di questo lavoro che si sta svolgendo sugli archivi ecclesiastici ormai da oltre un decennio. Archivi che, per la chiesa, non sono semplicemente un ‘bene culturale’ da conservare, ma testimonianze del passaggio di Gesù nel mondo documentando la sua storia. Lo ha detto attraverso le parole di Paolo VI pronunciate a un convegno archivistico del 1963 secondo cui: “I nostri brani di carta sono echi e vestigia (…) del passaggio del Signore Gesù nel mondo. (…) allora, l’avere il culto di queste carte, dei documenti, degli archivi, vuol dire, di riflesso, avere il culto di Cristo, avere il senso della Chiesa, dare a noi stessi, dare a chi verrà la storia del passaggio, del passaggio di Gesù nel mondo” e ricordando anche tutti gli studiosi che nel tempo hanno contribuito a raggiungere questo risultato, a partire dalla compianta prof.ssa Laura Andreani e ai molti altri che hanno dedicato tempo e capacità a questo patrimonio nel corso degli anni.
Lo storico Claudio Urbani, tra i relatori, ha portato il pubblico indietro nel tempo, a partire da quel lontano 1029 in cui l’allora vescovo Sigfrido assegnava i primi beni al Capitolo e ai suoi canonici dando così autonomia a questa istituzione. Da quel primo nucleo di 3 parrocchie e 7 chiese si sviluppò nel tempo un patrimonio estesissimo che la che giunse a comprendere possedimenti che arrivavano dal Peglia, all’Alfina, fino a Castiglione e Montefiascone. Il Capitolo della Cattedrale estende le sue vicende fino ai nostri giorni, passando per varie vicissitudini che si intrecciano con la storia del Duomo e della città, tra vie e antiche ‘regioni’ (una sorta di quartieri) in cui Orvieto era divisa, che mutano nel corso del tempo e di cui tuttavia oggi siamo ‘figli’. Lo mostrano bene le ricerche condotte sulle carte archivistiche dell’architetta Sabina Bordino che ha ricostruito, attraverso le carte notarili dei famosi Codici A, B e C conservati nell’archivio, il disegno dell’antica piazza esistente prima delle demolizioni che fecero spazio al Duomo e che vedevano presente l’antica chiesa di Santae Mariae – di cui non si consce ancora l’ubicazione esatta – e delle abitazioni che la circondavano.
Una storia che continua ancora oggi: “Molti mi chiedono cosa sia il Capitolo – ha detto nel suo intervento Don Emanuele Frenguelli archivista aggiunto del polo diocesano. “Il Capitolo è un’istituzione che esiste ancora, si tratta di un collegio di sacerdoti che si occupano di tutti gli aspetti della vita liturgica della Cattedrale e che contribuiscono a mantenere vivo lo spirito originario di vita comunitaria che animava i canonici delle prime comunità cristiane“. Un istituto importante quindi anche se ha perso la funzione di carattere economico che l’ha caratterizzato fino all’Unità d’Italia che ha visto importanti cambiamenti in tempi più recenti, sotto Giovanni Paolo II, che nel 1983 gli ha dato nuove Regole e, per Orvieto in particolare, con lo Statuto emanato e tuttora vigente di Mons. Grandoni.
“Il lavoro di riordino di questa parte di archivio ecclesiastico vede la luce ora ma parte da lontano” ha spiegato commosso Don Luigi Farnesi, Direttore dell’Archivio Vescovile di Orvieto, che ha ricordato come la volontà di tutelare le carte preziose dell’archivio capitolare in un ambiente idoneo abbia sempre animato il suo lavoro perchè: “Rendere disponibile questo patrimonio storico significa dare possibilità di farlo leggere e studiare e permetterà di scrivere una parte importante della storia della città ancora da raccontare”.
La bellezza di tutto ciò l’ha mostrata l’intervento conclusivo dell’archivista Luca Giuliani che si è occupato di ‘mettere le mani’, nel senso letterale del termine, nei documenti antichi del Capitolo per catalogarli e riordinarli e poterli finalmente aprirli alla fruizione. Un lavoro che ha riportato alla luce pergamene, carte, disegni, codici miniati, ma soprattutto la voce di tante persone, i nostri antenati, che attendono solo di essere nuovamente ascoltate.
Il polo archivistico diocesano è aperto al pubblico presso i locali della Curia Vescovile in Piazza Duomo con i seguenti orari: mar-gio-sab: 9-13; ven: 15-18.
Valeria Cioccolo